
Il culto di può risultare molto antico, come luoghi di sepoltura neolitici hanno rivelato le sepolture dei sacerdoti tribali sepolti in costumi con corna ramificate, spesso nella stessa posa a gambe incrociate in cui appare in Cernunnos in sculture in pietra successivi.
Immagini di uomini e dèi con corna ramificate appaiono anche molto su pittogrammi di pietra, e alcuni si presume che rappresentino divinità.
Le figure sciamaniche indossano abiti corna appaiono in pose estatiche su pitture rupestri da fin 10.000 a.c



Dalle fonti archeologiche pare che Cernunnos venisse adorato in Gallia, in Italia settentrionale (Gallia cisalpina) e sulla costa meridionale della Britannia.
Sembra che il dio “cornuto” fosse comunque una divinità preceltica di origine sciamanica adorata in tutto il continente indoeuropeo.

Cernunnos era probabilmente non una, ma molte divinità che hanno condiviso attributi simili.
Egli appare nell’arte quasi sempre come un uomo cervo con corna, seduto in una posa a gambe incrociate tra gli animali e le piante della foresta.
E’ associato con gli animali della foresta, simboli della Adilà.
Entrambi serpenti e cervi sono emblemi di rinnovamento e rinascita – come il serpente cambia pelle e rinasce, così anche fa il cervo perde le corna, per riformarle in primavera.La divinità con corna potrebbe essere visto come non solo un dio della resurrezione, ma anche di morte, e potrebbe essere considerato come un guardiano della soglia.

Il serpente che accompagna Cernunnos e altre divinità celtiche è molto misterioso.
I serpenti, in generale, sono associati con la fertilità, la morte, e la rigenerazione o la guarigione.Il serpente di Cernunno è speciale , detiene un particolare stranezza noto come unktehila o testa d’ariete, un paio di corna ricurve.
I serpenti cornuti (in iconografia celtica) sono spesso associati con la guarigione, in particolare con le sorgenti curative.

Più raffinate rappresentazioni del dio si trovano sul Calderone di Gundestrup, un reperto risalente al I secolo a.C, custodito ora nel museo nazionale di Copenhagen.
Essa presenta il dio cervo a gambe incrociate, vestito con abiti a righe verticali ed una cintura, che regge con la mano sinistra un serpente, e con la mano destra un torque, attorniato da differenti animali quali un cervo, un toro, un lupo, un leone e poco lontano un uomo in groppa ad un delfino.
Sembrerebbe una versione più recente di ciò che i primi uomini d’Europa già veneravano ancora prima dei Celti.

Interessante la postura a gambe incrociate che assume, simile alla posizione yogica meditativa del loto, che lo mette a confronto con l’immagine di un’altra divinità, incisa su un sigillo, rinvenuta nella valle dell’Indo. Si tratta, secondo alcuni, del vedico Pashupati, un epiteto del dio Rudra che in un periodo successivo verrà assegnato a Shiva, il cui nome in sanscrito significa proprio signore degli animali, anch’egli rappresentato con le corna ed è attorniato da quelli che sembrano essere elefanti, rinoceronti e bufali.
शिव Shiva
Confer Incisioni rupestri Parco Nazionale valle Camonica

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