skjaldmær,sköldmö ,skjoldmø  shieldmaiden ragazze dell’scudo ᛏ ᛏ ᛏ

Dedicato alle mie figlie, alle mie allieve, a tutte le donne guerriere

Archetipo pagano ed ancestrale, non conciliabile con le credenze cristiane ,necessitanti ”dello scudo della verginità” per mantenere il carisma che le consente, temporaneamente, di comandare gli uomini in battaglia, lontane dalle attuali tendenze misandriche , assai diffuse nelle attuali terre del nord e non solo, dall’imperante ”pensiero unico”.

Le Skjaldmær erano ragazze che come i giovani uomini godevano di una relativa libertà sessuale e praticavano le arti del combattimento e quelle intellettuali della conoscenza.
Si ispiravano a Freyja, la dea che ama i canti d’amore e incita gli innamorati ad invocarla, ma che nel contempo solca furente i campi di batraglia e alle Valkyrie  entità semidivine dedite alla raccolta di vite vissute con onore ,coraggio, sprezzo del pericolo.

Runar RUNE ᚠ ᚢ ᚦ ᚱ ᛋ ᛘ ᛦ

FREJA

«… loro ti chiamano Ecate,
dea dai molti nomi, Mene,
Artemide lanciatrice di dardi, Persefone,
Signora dei cervi, luce nel buio, dea dai tre suoni,
dea dalle tre teste, Selene dalle tre voci,
dea dal triplo volto, dea dal triplo collo,
dea delle tre vie, che tiene,
la fiamma perpetua in tre contenitori,
tu che offri la tripla via,
e che regni sulla tripla decade.
»

La mitologia è l’archetipo della donna guerriera trova il suo riferimento nella triplice dea che è la manifestazione di funzioni differenziate nell’alveo della cultura indoeuropea.

Seducente, seduttiva,prospera di fecondità, vendicativa…

La Dea triplice nello  Shaktismo, una forma di Induismo, in cui le tre entità di Sarasvati, Lakshmi e Kālī e le loro sotto-manifestazioni sono tre aspetti di Maha Devi 
(La Grande Deanelle antiche mitologie indo-europee, varie dee o semidee costituivano triadi le greche Moire, Grazie, Parche e le nordiche Norne o erano singole divinità ma raffigurate in tre aspetti la greca Ecate.

 La Dea triplice fu anche studiata da psicologi studiosi degli archetipi come Kerenyi e Jung, più di recente è l’archeologa Marija Gimbutas i cui studi sull’Europa antica hanno aperto nuove strade di ricerca.

Georges Dumézil’ ipotizzò che l’antica società  Indoeuropea  fosse strutturata attorno a tre attività: adorazione, guerra e fatica. In tempi successivi, quando il lavoro schiavo divenne comune, le tre funzioni vennero viste come “classi” separate, furono rappresentate ciascuna dal proprio divinità.
 Dumézil ha inteso questa mitologia come il riflesso e la convalida delle strutture sociali nel suo contenuto: un tale sistema di classi tripartito si trova negli antichi testi indiani, iraniani, greci e celtici.
A suo parere alcune dee rappresentavano queste tre qualità come diversi aspetti tra cui quelle iraniana Anāhitā, il vedico Sarasvatī e il romano Juno.

La donna guerriera emerge dall’archetipo indoeuropeo della tiplice dea, seducente, tenera madre, inquietante strega guerriera, nella veste di Magna Mater, che può manifestarsi come dispensatrice di prosperità, di fecondità e di armonia, ma anche come portatrice di morte  (confer AXIS MUNDI MARCO MACULOTTI ) : in cambio della sua benevolenza verso gli uomini ella pretenderebbe un sacrificio umano.
Questo duplice – e apparentemente opposto – valore di vita e morte è insito non solo nella natura delle Grandi Madri, ma anche nell’elemento dell’acqua che Tacito associa a Nerthus: l’acqua richiama tanto la rigenerazione e la vita quanto l’incombere della morte.


confer AXIS MUNDI

In generale Nerthus/Herthum è collegata a figure femminili di prosperità, ma anche di morte: Frigg, sposa di Odhinn, la Dama Holla, ‹‹servita da un sacerdote cui spettava approntare il suo carro a vela, affinché potesse riapparire tra gli uomini per diffondere i suoi benefici››, la dea Holda ‹‹che si aggira per i paesi […] per distribuire benedizioni e maledizioni. È una divinità agraria, dea della terra, responsabile della fertilità del suolo. La processione che le rende omaggio è sempre seguita da un buon raccolto. Come Nerthus […] si bagna nei laghi. La dea benigna si sdoppia in una dea temibile. È una divinità della morte che rapisce le anime dei bambini››, cfr. Bulteau, Le figlie delle acque, pp. 106-107.

Questa piccola statuetta di guerriera vichinga scoperta ad Harby, in Danimarca, è stata interpretata come una valchiria mitologica. 

Confer Valchiria: La vita segreta di una donna guerriera vichinga

CONFER La tridevi (in devanagari: त्रिदेवी, sanscrito: tridevī, con il significato di “tre dee”) è un concetto dell’induismo, che rappresenta la versione femminile della trimurti. Consiste nella triade di dee Sarasvati, Lakshmi, e Parvati. Nello shaktismo, queste divinità trine sono le manifestazioni della dea suprema Mahadevi

Sarasvati è la dea dell’apprendimento, delle arti e della realizzazione culturale, nonché la consorte di Brahma, il creatore. È intelligenza cosmica, coscienza cosmica e conoscenza cosmica.

Lakshmi è la dea della ricchezza, della fertilità, del buon auspicio, della luce e della realizzazione materiale e spirituale, nonché la consorte di Visnù, il mantenitore o preservatore. Tuttavia, Lakshmi non significa mera ricchezza materiale, ma anche prosperità astratta, come gloria, magnificenza, gioia, esaltazione e grandezza, e realizzazione spirituale che si traduce in moksha.

Parvati è la dea del potere, della guerra, della bellezza, dell’amore, nonché la consorte di Siva, il distruttore del male o trasformatore. A volte è identificata con Durgā o Kālī.

confer

Tractatus de mulieribus claris in bello  è una breve opera greca antica di un autore anonimo,che discute quattordici donne antiche famose, non tutte le donne discusse sono guerriere e solo alcune sono ritratte come abili strateghe militari.  Fu scritto verso la fine del II o l’inizio del I secolo ac.

Nella storia antica , un numero significativo di donne nelle società scite e sarmate ha partecipato al combattimento, fungendo potenzialmente da fonte di ispirazione per i miti dell’antica Grecia delle Amazzoni , secondo recenti interpretazioni il termine linguistico indopersiano ”coloro che combattono. ” altre tradizioni donne senza un seno.

Mosaico raffigurante Amazzoni a caccia – Museo di Antiochia

 Nell’antica Grecia , si dice che diverse donne abbiano partecipato alla guerra di Troia , tra cui Epipole di Caristo e Pentesilea

Erodoto narra che le Amazzoni, della Scizia, dove sarebbero emigrate dopo essere state sconfitte dai guerrieri greci, le amazzoni si uniscono, anche carnalmente, ai guerrieri sciti, dando origine al popolo dei Sarmati. Le donne combattono a cavallo insieme agli uomini, indossano gli stessi abiti e rimandano il matrimonio fino a che non hanno ucciso, pare almeno un nemico in battaglia.

Alcune teorie sostengono che le guerriere germaniche (marcomanni, goti ed altri ) fossero in realtà scizie o sarmati o iagizi

“La guerra non è faccenda da donne, eppure nel sanguinoso scacchiere dell’Italia del Quattrocento può accadere di tutto, anche che una fanciulla venga addestrata a combattere come un uomo. Il suo nome è Bona Lombardi. Cuore puro e occhi verdi come pietre di fiume, nel suo sangue scorre la ribellione: contro il destino che spetta alle donne, contro i soprusi degli uomini, contro chi ti attende nell’ombra per strapparti la vita o la dignità”.

Luigi Barnaba Frigoli, “Guerriera”, Rizzoli.

Runar RUNE ᚠ ᚢ ᚦ ᚱ ᛋ ᛘ ᛦ

Limrúnar skaltu kunna,

af þú vilt læknir vera,

ok kunna sár at sjá;

á berki skal þær rísta

ok á baðmi viðar,

þeim er lúta austr limar.

Per favore, impara le rune dei rami,
Se vuoi essere un guaritore,
E saper curare le ferite;
Dovrebbero essere scolpiti sulla corteccia
E sul bosco di un albero,
Quelli che si inchinano al ramo orientale.

Danheim  
I testi sono tratti da Sigerdrivamål (in norvegese: Sigrdrífumál) o Brynhildarljóð che è un poema eroico da The Older Edda; è la prima delle poesie del ciclo su Sigurd Fåvnesbane.
Ci insegna sia la guarigione, lo sciamanesimo, sia l’intaglio e l’importanza delle rune, specialmente nella stanza 11.
Nella stanza 11 troviamo la parola “Læknir”
Non abbiamo una descrizione esatta di quali conoscenze e qualità possa aver avuto nella società nordica.
Ma Greinruner (ramificazione) potrebbe essere stato usato e scolpito per curare ferite o malattie.
La poesia completa è scritta in un modo nuovo, raffigura un incontro tra Sigurd e la Valchiria Sigerdriva. Sigurd cavalca attraverso un anello di fuoco per liberare la ragazza che è legato all’interno.
Sigerdriva, che stata colpita dalla magia del sonno di Odino.
Come ringraziamento per l’aiuto di Sigurd, lo inizia nella magia dell’arte runica.



Arthur Rackham. 
Sigfried Awakens Brynhild , 1911 circa. 

Sigrdrífa, è la Valchiria della Conoscenza e leggendaria skjaldmær (ragazza dello scudo ,guerriera)
Nel Sigrdrífumál e nella Saga dei Völsungar essa appare come mentore di Sigfrido (in norreno antico Sigurðr, nella tradizione tedesca Siegfried), al quale insegnò le rune, dopo che lui l’ebbe risvegliata da un sonno magico indottole come punizione dal padre, Odino.

Nella saga Sigrdrífa racconta il motivo di questa punizione: Si legge che una grande battaglia venne combattuta tra due re, cioè Hjalmgunnar, un vecchio guerriero a cui Odino ebbe promesso la vittoria, e Agnar (conosciuto anche con il nome di Audabrodir)

Durante lo scontro Sigrdrífa uccise Hjalmgunnar, scatenando l’ira del dio, che decise perciò di pungerla con una spina soporifera.
Odino sancì inoltre che la valchiria non avrebbe mai più vinto alcuna battaglia e che si sarebbe dovuta sposare.
Tuttavia Sigrdrífa si difese giurando che avrebbe sposato solo un uomo che mai conobbe la paura.

Tra  skjaldmær Brunilde, conta molte somiglianze con quella della valchiria Sigrdrífa, tanto che i due personaggi mitologici vengono talvolta considerati come un’unica figura

Bjór fœri ek þér,brynþinga valdr,magni blandinnok megintíri.

Fullr er ljóðaok líknstafa,góðra galdraok gamanrœðna.

Sigrúnar skaltu kunnaef þú vill snotr vera,ok rísta á hjalti hjǫrs,á véttrimumok á valbǫstumok nefna tysvar Týr.

Brimrúnar skaltu geraef þú vill borgit hafaá sundi seglmǫrum.

Á stafni skal þær rístaok á stjórnar blaðiok leggja eld í ár.
Fellrat svá brattr brekiné blá unnir,þó kemsk heill af hafi.

Málrúnar skaltu kunna,ef þú vill at manngi þérheiptum gjaldi harm.

Þær um vindr,þær um vefr,þær um setr allar samaná því þingi,er þjóðir skului fulla dóma fara.

Ǫlrúnar skaltu kunna,ef þú vill at annars kvánvéli þik eigi í tryggð, ef þú trúir.

Á horni skal þær rístaok á handarbakiok merkja á nagli nauð.

Full skaltu signaok við fári sjáok verpa lauk í lǫg.Þá ek þat veit,at þér verðr aldrimeinblandinn mjǫðr.Bjargrúnar skaltu nema,ef þú vill borgit fáok leysa kind frá konu.

Á lófa skal þær rístaok um liðu spennaok biðja dísir duga.

Limrúnar skaltu kunna,ef þú vill læknir veraok kunna sár at sjá.

Á berki skal þær rísta,ok á barri viðarþess er lúti austr limar.

(Dovrai conoscere le rune dei rami se vuoi curare gli ammalati, e guarire saggiamente una ferita.

Incidile sulla corteccia e sulle foglie degli alberi le cui fronde volgono a est.)

Hugrúnar skaltu nema,ef þú vill hverjum veragoðhorskari guma.

Þær of réð,þær of reistþær of hugði Hroptr.

Á skildi váru ristnar,þeim er stendr fyrir skínanda guðiá eyra Árvakrsok á Alsvinns hǫfðiok á því hveli, er stendrundir reið Rǫgnis,á Sleipnis taumumok á sleða fjǫtrum.

Á bjarnar hrammiok á Braga tungu,á úlfs klómok á arnar nefi,á blóðgum vængjumok á brúar sporði,á lausnar lófaok á líknar spori.

Á gleri ok á gulliok á góðu silfri,í víni ok í virtriok á vǫlu sessi,í guma holdi,ok Gaupnis oddiok á gýgjar brjósti,á nornar nagliok á nefi uglu.

Alla váru af skafnar,þær er á váru ristnar,ok hrœrðar við inn helga mjǫðok sendar á víða vegu.

Þær eru með álfum,sumar með Ásumok með vísum Vǫnum,sumar hafa mennskir menn.

Þat eru bótrúnar ok bjargrúnarok allar ǫlrúnarok mærar meginrúnarhverjum, er þær kná óvilltarok óspilltarsér at heillum hafa.


Njóttu, ef þú namt,unz rjúfask regin.

Nú skaltu kjósa,alls þér er kostr of boðinn,hvassa vápna hlynr.


Sǫgn eða þǫgnhaf þú þér sjálfr of hug.

Ǫll eru mál of metin.










Dominatore di battaglie, ora ti porgo la birra mista a grande potenza, mescolata alla gloria, piena di poetici versie rune di amicizia,di buoni incantesimi e piacevoli parole.

Dovrai conoscere le rune della guerra se vuoi essere saggio e acuto.

Incidile sulla guardia della spada,sulla sua impugnatura,sulla linea centrale dell’elsa, fallo in nome di Týr, nominalo due volte

Dovrai incidere le rune delle onde se desideri proteggere le tue imbarcazioni mentre navighi.

Mettile sulla prua, incidile sui remi che conducono e lì marchiale col fuoco.

Nessuna larga onda ti colpirà
nessun frangente blu ti si riverserà contro e ritornerai salvo dal mare.
Dovrai conoscere le rune del linguaggio se non desideri alcun rimborso con parole d’odio per un danno compiuto.

Avvolgile,
intrecciale,
Imbrigliale l’una accanto all’altra,
quando sarai all’assemblea.
a cui le schiere parteciperanno,
la corte completa in viaggio

Dovrai conoscere le rune della birra.
per evitare che un’altrui donna tradisca la fiducia che tu hai in lei.

Incidile sul corno, anche sul dorso della mano e segna la runa del bisogno ᚾ Naudiz sull’unghia.

Dovrai benedire i calici riempiti e guardarti da ciò che ti ferirà, getta dell’aglio nell’intruglio.

Poi prometto questo:

Non ti verrà mai porta una bevanda avvelenata.

Dovrai apprendere le rune della vita per coloro che curano dei bambini
così potrai consegnarli e assisterli.

Incidile a loro sul palmo della mano e stringile poi attorno ai polsi e l’aiuto delle Dísir non mancherà.

Dovrai conoscere le rune dei rami se vuoi curare gli ammalati, e guarire saggiamente una ferita.

Incidile sulla corteccia e sulle foglie degli alberi le cui fronde volgono a est.

Dovrai apprendere le rune della mente se tutti gli uomini vuoi superare in sapienza e arguzia.

Colui che le ha concepite e colui che sacramente le ha incise fu Hropt.

Egli fece ciò con grande cura.

Erano state intagliate sullo scudo che difende il dio splendente sull’orecchia di Arvake sulla testa di Alsvid.

Incise sulla ruotache sta sotto al carro di Hrungnir,
sulle redini di Sleipnir,
e sulle tracce della slitta.

Anche sulla zampa dell’orso e sulla lingua di Bragi,sia sulla zampa del lupo che sul becco dell’aquila, sulle ali insanguinate, alle estremità del ponte, sul palmo che rassicura e sul sentiero di chi prova pietà.

Sul vetro e sull’oro, anche sul buon argento,nel vino e nella birra, sul trono della strega, sulla punta di Gaupnir e sul corpo degli uomini,sul petto dell’incantatrice, anche sull’unghia della  ,come sul becco del gufo.

Tutte le rune incise vennero poi raschiatee mischiate con l’idromele sacro,ora esse percorrono ampi cammini.

Alcune le possiedono gli elfi,altre gli Asi, alcune i Vani sapienti, altre si trovano tra gli uomini.

Queste sono rune di cura e pure rune di nascita, così tutte le rune della birra, grandi, gloriose rune per tutti coloro che le usano senza guastarle e profanarle esse renderanno loro il fato benigno.

Sfruttale e godine, se le possiedi, fino alla morte degli dei.

Ora devi scegliere, poiché hai di fronte a te una scelta, o acero di armi affilate.

Parole o silenzio, ciò dovrai decidere ora tutte le parole sono ponderate.
Parole o silenzio, ciò dovrai decidere ora tutte le parole sono ponderate.

ᚠ Fe La ricchezza è fonte di discordia tra i parenti; il lupo vive nella foresta.

ᚢ Ur Dross viene dal ferro cattivo; la renna corre spesso sulla neve ghiacciata.

ᚦ Thurs Giant provoca angoscia alle donne; la sventura rende felici pochi uomini.

ᚬ Poiché l’estuario è la via della maggior parte dei viaggi; ma un fodero è di spade.

ᚱ Si dice che l’equitazione di Reidh sia la cosa peggiore per i cavalli; Reginn ha forgiato la spada più bella. ᚴ Kaun Ulcer è fatale per i bambini; la morte fa impallidire un cadavere.

ᚼ Hagall La grandine è il più freddo dei chicchi ; ….

ᚾ Naudhr Constraint offre poca scelta; un uomo nudo è raffreddato dal gelo.

ᛁ Isa Ice chiamiamo il ponte largo; il cieco deve essere condotto.

ᛅ Ar Abbondanza è un vantaggio per gli uomini; Dico che Frodi è stato generoso.

ᛋ Sol Sole è la luce del mondo; Mi inchino al decreto divino.

ᛏ Tyr Tyr è un dio con una mano sola; spesso fa soffiare il fabbro.

ᛒ Bjarkan Birch ha le foglie più verdi di qualsiasi arbusto; Loki è stato fortunato nel suo inganno.

ᛘ Madhr Man è un aumento della polvere; grande è l’artiglio del falco.

ᛚ Logr Una cascata è un fiume che cade dal fianco di una montagna; ma gli ornamenti sono d’oro.

ᛦ Yr Yew è il più verde degli alberi in inverno; è solito crepitare quando brucia.

tyr ᛏᛦᚱ

Impara le rune della vittoria,se tu desideri vincere,e scrivi le rune sulla tua elsa; alcune nel solco,ed altre nel piatto,e due volte dovrai invocare Týr

Sigrúnar skaltu kunna,
ef þú vilt sigr hafa,
ok rísta á hjalti hjörs,
sumar á véttrimum,
sumar á valböstum,
ok nefna tysvar Týr

strofa del Sigrdrífumál, Edda poetica

tyr ᛏᛦᚱ

GLIMA L’ARTE MARZIALE NORDICA PRATICATA DAI VICHINGHI

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Thor wrestles Elli

La parola Glima è antico norvegese per “brillante bagliore”, che implica velocità di movimento. Glima è presente nel mito, essendo menzionata per la prima volta nella poesia del IX secolo che racconta lo scontro di lotta in cui la divinità della vecchiaia, Elli, sconfigge Thor, il dio del tuono e della forza. Thor, è il dio nordico che brandisce il martello e che è associato a tuono, fulmine e forza gigantesca. Nel libro Gylfaginning Thor ei suoi compagni visitano Utgard e vengono invitati nella sala del gigante Loki, il re della città, dove il loro potere e le loro abilità vengono testate attraverso varie sfide. Dopo essere stato umiliato in una gara di bevute, Thor si arrabbia e vuole lottare. Loki dice che, poiché Thor si è dimostrato così inadeguato, sarebbe stato imbarazzante per qualcuno dei suoi uomini lottare con lui. Così Loki chiama sua nonna Elli, un’antica donna il cui nome in norvegese significa “vecchiaia”. Elli, ci dicono i mitologi, personifica il tempo, la vecchiaia e la morte. Thor e la vecchia cominciano a lottare, ma “il più duro Thor si sforzò di stringere, più velocemente lei rimase in piedi;  i loro attacchi furono molto duri. Eppure non passò molto tempo prima che Thor cadesse in ginocchio, su un piede. “Loki interruppe il combattimento in quel punto. Più tardi ammise a Thor che il suo avversario era molto più potente di quanto apparisse e che gli sforzi di Thor erano, in effetti, sorprendenti – più grandi di quanto chiunque fosse mai stato in grado di fare. Loki disse che nessuno “è mai stato e nessuno lo sarà, se diventerà così vecchio da tollerare la” Vecchiaia “, che non lo farà cadere”.
“has ever been and none shall be, if he become so old as to abide ‘Old Age,’ that she shall not cause him to fall.”

Circa tre secoli dopo, Glima è menzionata nell’Edda in prosa, conosciuta anche come Edda di Snorri, l’opera principale della mitologia pagana scandinava che si presume sia stata scritta dallo storico islandese Snorri Sturluson intorno al 1220.

Glima è un sistema di arti marziali scandinavo utilizzato dagli impavidi vichinghi
i quali per aumentare le loro abilità di combattimento e dominare il campo di battaglia  svilupparono un sistema di arte marziale armato e non armato.

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È un sistema di arte marziale ben sviluppato e avanzato e potrebbe essere paragonato a quelli più conosciuti. Non è molto diffuso, ma è ancora usato principalmente in Scandinavia.

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Brokartök (“presa per pantaloni e cintura”) è la forma più diffusa in Svezia e in Islanda. Favorisce la tecnica oltre la forza e gli avversari indossano cinture speciali. I due avversari si alzano in piedi e si avvitano in senso orario l’uno intorno all’altro, come se stessero facendo il valzer, ognuno cercando di inciampare o lanciare l’altro.

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Hyrggspenna (“Backhold grip”) assomiglia ad altre forme di wrestling che enfatizzano la forza sulla tecnica. Gli avversari si afferrano a vicenda i corpi superiori, e quello che tocca il suolo o il pavimento con qualsiasi parte del corpo tranne i piedi ha perso.

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Lausatök (“Free-grip”) è la forma più diffusa in Norvegia ed è praticata in due varietà, come arte marziale di autodifesa o combattimento, e come sport ricreativo. Gli avversari possono usare qualsiasi presa che desiderano. Il vincitore è quello ancora in piedi mentre il perdente è quello che giace a terra. Le partite di solito si svolgono all’aperto o al chiuso su un pavimento di legno, quindi i lanci duri sono scoraggiati.

Sei skal rísa 
sá er annars vill 
fé eða fjör hafa 
sjaldan liggjandi úlfr 
lær um getr 
né sofandi maðr sigr

Alzati presto e combatti 
per quello che vuoi 
prima che gli altri lo prendano. 
Un lupo pigro 
non mangia carne che 
il sonno non ottiene vittoria
 Hávamál – verso 58

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Sigilli magici islandesi sono simboli noti anche come Galdrastafur islandese. In inglese vengono chiamati anche “staves” (bastoni oppure pentagrammi musicali) ad essi venivano attribuiti  poteri magici in base a vari grimori risalenti al 17° secolo e successivi. Si dice che Gapaldur deve essere posto sotto il tallone del piede destro, e Ginfaxi va sotto le dita del sinistro, favoriscono  il percorso verso la vittoria al portatore in battaglia e nei tornei di Glima.

Anilah Warrior

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Una collaborazione con Einar Selvik di Wardruna.
Questa canzone è stata composta su Cortes Island, una comunità remota al largo della costa occidentale del Canada.
La composizione è pensata per accompagnare cerimonie e rituali, in qualunque forma l’ascoltatore scelga. 

La sicurezza di sé del guerriero non è la fiducia in se stessi
dell’uomo medio. L’uomo medio cerca la certezza negli occhi
dello spettatore e chiama quella fiducia in se stessi.
Il guerriero cerca la fiducia nei suoi occhi e la chiama umiltà.
l’uomo medio è agganciato ai suoi simili, mentre il guerriero è agganciato
solo verso l’infinito. “
Carlos Casteneda

Reasoning lets go
and I am propelled in to you
My Skin widening…
Reasoning lets go
and I am propelled into you
Hands and arms grow
and I release what must go
My skin widening
to feel your angelic arms
Come close
so that I can melt into you
Come Close…
Reasoning lets go
and I am propelled in to you
My skin widening
to your angelic arms
Leaving this weight behind
My spine becomes light
Clean my senses
so that I can hear you
clearly
Reasoning lets go
and I am propelled into you
hands and eyes grow
and i release what must go
My Skin widening…
to feel
your
angelic
arms

Warriors move gracefully

We lay down our weapons
at your feet
take us with grace
to the other field
Can we Lay down our weapons
and the tired intellect
rise above
and…
Bring me Grace

I know you Can.
Einar’s Norse choral lyrics translated:
Unharmed to the battle,
Unharmed from the battle,
Unharmed wherever they go

Anilah è  progetto della cantante solista e composititrice Dréa Drury, un musicista con base nelle montagne Selkirk del Canada occidentale.

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La sua ispirazione proviene dalle pratiche del suono sciamanico tradizionale, al canto sacro, alla musica tribale oscura,  alla musica classica indiana.

Ha studiato l’arte di usare la voce come modalità di guarigione con insegnanti dotati come Ali Akbar Khan, Shweta Jhaveri e Silvia Nakkach.

Ciò ha portato alla sua personale esplorazione dell’applicazione esoterica del suono, così come all’ingegneria psicoacustica, che ora intreccia nell’arazzo della sua espressione musicale.

Si avvicina alla sua voce e alla sua composizione come pratiche profondamente integrate con i paesaggi remoti in cui è cresciuta.

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Il suo amore per la natura, la natura selvaggia e il mondo degli elementi la spingono a scrivere musica che riflette direttamente la loro essenza.
Tessendo un paesaggio sonoro etereo, inquietante e antico, l’intenzione di Dréa è quella di creare musica che aiuti in un’esperienza catartica e trasformativa.

Per lei, la musica è medicina.

Týr ᛏᛦᚱ Tiwaz Teiwaz

 

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ᛏ Týr er einhendr áss
ok ulfs leifar
ok hofa hilmir.
Mars tiggi.
antico islandese
Týr è un dio con una mano sola,
e gli avanzi del lupo
e il principe dei templi.

ᛏᛦᚱ Entità della stirpe degli Æsir , nella mitologa norrena, guerriero riflessivo e  saggio pronto al sacrificio personale per combattere contro Fenrir, il lupo del Kaos, spesso identificato con Marte , nella cultura romana, si distingue e si sovrappone con  il più impetuoso e giovanile Thor,  descritto come il più forte di tutti gli dèi.

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Tyr sacrifica il braccio, che viene sbranato da Fenrir, per riuscire a farlo avvicinare a sufficienza ed imprigionarlo.

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ODINO

Per due volte il possente lupo riesce a liberarsi, costringendo Odino al ricorso delle arti magiche dei nani  prepara un laccio, solo in apparenza fragile, e sfida nuovamente il lupo , che intuendo  una trappola magica, pretende  una mano tra le sue fauci, come pegno, Týr si sacrifica , perdendo il braccio.

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Sacrificando la mano destra Tyr salvò dalla sciagura il suo popolo minacciato dal  lupo del Kaos sovrannaturale. La runa ᛏ Tyr è simbolo quindi di eroismo e di valore, indispensabili per un “guerriero spirituale”, la disponibilità a sacrificare qualcosa di caro per ristabilire l’equilibrio. Tyr è la runa della volontà, delle motivazioni, della piena abnegazione per qualcosa.

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E’ la forza che ci fa proseguire nonostante le avversità.
In Tyr però la volontà deve essere motivata dalla lealtà e non dal avidità personale, dalla consapevolezza che bisogna assumersi la responsabilità delle proprie azioni.
Questa consapevolezza rappresenta l’illuminazione spirituale e la fiducia nel giusto ordine dell’universo. 4a5c46c7d7797d8f21388f0c592a457d--asatru-norse-mythology

La più antica testimonianza del dio si trova nel gotico “Tyz” benché il “Teiw” trovato sull’elmo di Negau possa essere un probabile riferimento a Týr, e precede il gotico (e il runico) di molti secoli.Gli elmi sono del tipo Etrusco conosciuti come forma “vetulonica”.Su uno di questi elmi si trova un incisione in alfabeto etrusco che è stata datata 200 a. C. in cui si legge: harigasti teiva\\\ ip

 

Numerosi studiosi si sono occupati di interpretare l’iscrizione. TL Markey legge l’iscrizione come ‘Harigast il sacerdote’ (da teiwaz, “dio”), come anche un altro elmo inciso trovato nello stesso sito e che riporta vari nomi celtici seguiti da titoli religiosi.
L’importanza del reperto è data dal fatto che il nome Harigast rappresenta la prima deviazione verso la parlata germanica finora rinvenuta, perciò l’elmo è una sorta di anello di congiunzione tra Etrusco e Germanico e ne testimonia il contatto.
Fonte RUNEMAL
Il Grande Libro delle Rune
Umberto Carmignani e Giovanna Bellini Edizioni
L’Età dell’Acquario

 

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Rappresentazione di Týr e Fenrir sul bratteato d’oro all’incirca del V secolo, rinvenuto a Trollhättan, Svezia.

 

 

Impara le rune della vittoria,
se tu desideri vincere,
e scrivi le rune sulla tua elsa;
alcune nel solco,
ed altre nel piatto,
e due volte dovrai invocare Týr ᛏ

Sigrúnar skaltu kunna,
ef þú vilt sigr hafa,
ok rísta á hjalti hjörs,
sumar á véttrimum,
sumar á valböstum,
ok nefna tysvar Tý.

Secondo il runologo Lars Magnar Enoksen, la tiwaz è menzionata in una strofa del Sigrdrífumál, un poema dell’Edda poetica.
Il Sigrdrífumál narra che Sigurðr uccise il drago Fáfnir ed arrivò ad una fortezza sulla vetta di una montagna che bruciava con grandi fuochi
 Nella fortezza trovò una valchiria che dormiva di un sonno magico, e la svegliò aprendole l’armatura del petto con la spada; la valchiria, di nome Sigrdrífa, gli offrì i segreti delle rune per averla liberata dal sonno, a condizione che mostrasse di non avere paura
. La valchiria cominciò ad insegnargli che se avesse voluto ottenere la vittoria in battaglia avrebbe dovuto incidere le “rune della vittoria” sulla spada e dire due volte il nome “Týr” (il nome della tiwaz)

TIWAZᛏ TIYR

 

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Nel futhark le rune Perth e Eihwaz sono scambiate di posto, Ansuz e Berkana sono speculari e infondo troviamo la runa 800px-Stacked_Tiwaz  Teiwaz multipla: probabilmente si tratta di un’invocazione al dio Tyr
La prima pietra con inciso l’intero futhark antico è la pietra di Kilver, ritrovata a Stanga nel Gotland, datata V secolo.

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Lupi nordici miti, ierofanie, archetipi

Oltre a Geri e Freki compagni del dio Odino, si narra di Sköll un lupo, forse colui che incombe, che nella mitologia norrena insegue costantemente Sól (il Sole, divinità femminile), con l’intenzione di divorarla( nel Gylfaginning nel Grímnismál)
e di suo fratello Hati che insegue Máni (la Luna); entrambi sono indicati con il patronimico Hróðvitnisson, alludendo che il loro padre fosse il lupo Fenrir.

« Skǫll heitir úlfr, er fylgir eno skirleita goði til varna viðar; en annarr Hati, hann er Hróðvitnis sonr, sá skal fyr heiða brúði himins »
« Skǫll si chiama il lupo che insegue la divinità splendente al riparo tra i boschi; ma un secondo, Hati; (lui è di Hróðvitnir il figlio) precederà la chiara sposa del cielo »
Durante il Ragnarǫk riuscirà a divorare Sól (mentre suo fratello Hati divorerà Máni), oscurando Cielo e Terra.

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Inoltre si narra di Fenrir “Lupo della brughiera”, o “Lupo della palude” un gigantesco lupo nato dall’unione tra il dio Loki e la gigantessa Angrboða, assieme alla regina degli inferi Hel e al Miðgarðsormr.

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Fenrir viene generato nella Járnviðr (“foresta di ferro”), luogo da cui provengono anche i due lupi Sköll e Hati, possiede un’intelligenza fuori dal comune e è in grado di parlare è un potente avversario degli dei dell’Ordine.

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Stando alla narrazione durante il Ragnarök, posto nel futuro, ma alcune ipotesi potrebbero dare origine ad altre teorie, considerando tale datazione una modificazione postuma, forse influenzata dall’avvento del cristianesimo, le comparazioni effettuate da Georges Dumézil, noto studioso dei miti, hanno messo in luce le forti somiglianze tra i Ragnarǫk e la mitologia hindu, nella battaglia tra Pāndava e Kaurava, narrata nel Mahābhārata, e in area mediterranea la gigantomachia o la titanomachia, in cui si vedono contrapposti, gli dei olimpici guidati da Zeus contro le creature del Caos, in un passato remoto ancestrale.

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Nell’era del Caos i legami si spezzano, la magica catena che lega Fenrir si scioglie,
è nuovamente libero, e attaccherà gli Dèi, assieme alle altre forze del disordine e dell’oscurità.
Crescerà si tanto, che spalancando la bocca la mascella inferiore toccherà il suolo e quella superiore il cielo,Fenrir attaccherà Odino , uccidendolo, ingaggerà lotta mortale con , figlio di Odino, destinato a vendicare il padre.

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Víðarr fermerà la mascella inferiore di Fenrir con un piede, e quella superiore con una mano, spezzandogliele e lo ucciderà riportando il Kosmos
La rinascita del mondo resterà adombrata dal volo, alto nel cielo, di Níðhǫggr, la serpe di Niðafjoll, misteriosa creatura tra le cui piume trasporterà cadaveri.

Il culto dei GUERRIERI LUPO

RUNE e DINTORNI 

Seiðr magia ancestrale di tradizione nordica

maxresdefaultSulla pietra runica di Skjern vi è una maledizione contro un seiðmaðr
Il seiðr è un tipo di magia  ancestrale, sulle cui origini si cela un ombra di incertezza dato che le fonti storiche sono esigue, si narra che consentisse di assumere il fjölkungi cioè “il più grande potere”.
Seiðr è comunicazione con gli spiriti, permetteva di prevedere il futuro, ma anche di dispensare morte, sventura e malattia.
Con la pratica del seiðr era infatti possibile privare un individuo della sua forza e della sua intelligenza per trasmetterle a qualcun altro.
il termine  seiðr si suppone derivi dal Proto-germanico *saiðaz, collegato al lituano saitas “segno, predizione”, derivante dal Proto-indoeuropeo *soi-to- “corda” e la sua radice  “legare”

È anche stato fatto un collegamento con il finlandese soida, “suonare uno strumento”.
Questo collegamento oltre a sottolineare l’importanza della musica in questo rito, potrebbe indicare la filiazione della magia nordica da quella finnica e sami.
(confronta con le riflessioni di vari autori sull’influenza reciproca tra germani e lapponi per ciò che concerne la magia)
Nell’antico inglese i termini correlati sono siden e sidsa, entrambi conosciuti solo in contesti in cui sono gli elfi (ælfe) a praticare questa magia o qualcosa di simile al seiðr.
Le parole più usate in antico inglese per indicare chi pratica la magia erano wicca , da cui deriva il moderno inglese “witch”.

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È una pratica stregonica di origine sciamanica, sul termine sciamnaico non tutti gli autori e studiosi concordano,  utilizzata da singole individualità, quasi sempre di sesso femminile.
Infatti sebbene le attestazioni riguardanti i caratteri e le tecniche rituali non risultino facilmente reperibili, sembra che gli “atteggiamenti femminili ” fossero tanto numerosi che gli uomini si vergognavano di praticarla; allora si insegnò quest’arte alle sacerdotesse” forse perchè legato a culti precedenti l’invasione dei popolo Asi.
Nella Saga degli Ynglingar, Snorri Strurluson  cita “(Odino) tutte queste arti egli insegnava con le rune e quei canti detti galdrar…
Odino 
possedeva l’arte da cui scaturiva grande potere…che si chiama seiðr..
.
Ódhinn kunni thá ithróot , er mestr máttr fylgdhi, ok framdhi sjálfr, er seidhr heitir”

CONFER Gianna Chiesa Isnardi nei Miti nordici 

CONFER I Miti Nordici Gianna Chiesa Isnardi
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Chi praticava la magia era definito in vari modi: seiðkona (donna che usa il seiðr), seiðmaðr (uomo che pratica il seiðr); spákona (donna che prevede il futuro); völva.
Il seiðr faceva uso di incantesimi (galðrar, sing. galðr) e a volte di danze.
Le donne che praticavano questa magia appartenevano a livelli piuttosto alti della società e forse ricoprivano altri importanti ruoli.

Molto importante era il seiðstafr, un bastone di metallo che apparteneva alle seiðkonar e veniva probabilmente usato durante i rituali, un possibile collegamento con le völva, profetesse che derivavano il loro nome appunto dal fatto di portare un bastone völ.
Le sepolture di völur contengono lunghe staffe in legno e anche uniche staffette di ferro. La forma di questo tipo di seiðstafr somiglia a una distillazione di un filatore.
Una distaff è un dispositivo che contiene fibre pettinate pronte per essere filato in filo.

La filatura è un modo di rappresentare la manifestazione della realtà.
L’azione di prendere la lanugine senza formalità e farla filare in un filo utile è una meravigliosa metafora per la trasformazione del potenziale senza forma nella realtà fisica. È un atto magico di creazione. Poiché anche la völva cantò e parlò del suo viaggio, potremmo anche dire che stava “slanciando una storia” delle sue interazioni con gli spiriti.

Le canzoni originali di varðlokur, erano probabilmente melodie ripetitive e canzoni che sostennero l’espansione della coscienza. Ogni stimolo ripetitivo può contribuire a raggiungere uno stato e una trance alterati. Il cervello entra in sé per stimoli ripetitivi come le luci pulsanti, la danza, il tamburo, il brontolio e il canto.
Uno che è stato addestrato e ha praticato il lavoro con questa alterazione della coscienza può stimolante sostegno, come questi, per spostarsi intenzionalmente in uno stato visionario. Dal momento che gran parte della vocazione del völva aveva paragoni metaforici alle pratiche di filatura e tessitura, è facile vedere le canzoni di varðlokur in questa luce.
Le canzoni sarebbero state usate per “girare” i fili della realtà sciamanica per la seiðkona e per dirigere la tessitura del suo lavoro rituale.

Nell’isola di Öland, la cosiddetta tomba della signora di Öland conteneva i resti di una donna sepolta insieme a uno scettro di 82 cm fatto di ferro, con dettagli di bronzo e vestita con una pelliccia d’orso seppellita in una nave insieme a sacrifici animali e umani.

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Lo Sciamanesimo, nelle sue molteplici sfaccettature, ha indubbiamente delle connotazioni stregoniche, ma dagli esperti è ritenuto che la Stregoneria e lo Sciamanesimo, possono avere coincidenze ma non siano il medesimo fenomeno.
Il compito del necromante è quello di Viaggiare agli Inferi, mentre per lo sciamano, uomo o donna che sia, è indispensabile compiere il Viaggio agli Inferi solo in funzione di poter salire poi verso l’Alto.
In riferimento a questo tema la consultazione principale sono gli studi di M.Eliade

Freya Regina delle Valchirie

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Appartenente alla stirpe dei Vani, fu assunta con pari dignità fra gli Asi , ai quli insegnerà la magia.

GefnHǫrnMardǫllSýrValfreyja
Freya è la donna selvaggia fra le divinità del nord.

Great Goddess, Mistress of cats,
Lady of love, beautiful Vana-Goddess,
Fulfill my greatest needs, O glorious one.
Teach me the magic I need.
Give me a glimpse of your deep wisdom.
Teach me in dreams. Enrich my life.
O Lady, you are Golden-tears of Asgard.
Lady of love, beautiful Vana-Goddess,
You are shape-shifter, the Sayer, The independent One.
Give me the strenght and the magic I need.

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Freyja ha molte manifestazioni ed è considerata la dèa dell’amore sessuale, della Bellezza, dell’Oro, della Seduzione, della Fertilità, del Seiðr, della Guerra, della Morte e delle virtù profetiche, esperta nelle arti magiche seiðr, con cui poteva realizzare divinazioni e incantesimi a distanza.
Nell ‘Edda di Snorri si  afferma che la dea ama i canti d’amore e incita gli innamorati ad invocarla; aggiunge anche che Freyja cavalca nei campi di battaglia ed ha diritto alla metà dei caduti che guiderà in battaglia durante il Ragnarǫk.
I gatti sono i suoi compagni e fornita di un mantello magico di piume di falco.
Il giorno Venerdì in inglese (Friday) prende il nome da lei.
Figlia di Njordhr e Skadhi, (massima divinità dei Vani e signore dei naviganti), sorella di Freyr e sposa di Odur.
Freya vive nel bel palazzo Folkvangr (” campo della gente “o campo di battaglia ), un posto in cui le canzoni di amore vengono cantate.
I nani le regalarono anche Hildsuin “Cinghiale da Battaglia” dotato di setole d’oro e Brisingamfn “Collana dei Brisinghi”

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Freya si festeggia il 27 Dicembre e il 10 gennaio e il mese di marzo
Freya ad è molto dedita all’Asgard e all’Aesir e a Odino in particolare, si narra che da lui fu amata.
Disposta a combattere fino alla morte e a distruggere chiunque abbia minacciato la sua casa e la sua famiglia.
Ciò la rende molto spietata verso il nemico – e verso chiunque ella veda come una minaccia.


Benedetta sia la dea dell’Aurora scintillante
Freyja, la Bellissima,

La piu Appassionata delle Regine.
Insegnimi i misteri dell’autentica passione del cuore.
Mostrami i segreti del wyrd.
Cammina con me nella luce delle stelle.
Io accendo questa candela
in una ardente offerta a Te,
Freya, dea del fuoco etereo.

Si narra, nella discussa fonte il manoscritto di Ura Linda, che costruì un castello sull’isola di Texland (Frisia occidentale) all’interno della quale depose una lampada magica la cui fiamma arde sempre.

Anne Marie Zilberman. L’opera, a tecnica mista, Larmes d’or forse Le lacrime di Freyja

Nella mitologia norrena, Freya è una splendida compagna  di Odur, il dio che percorre instancabile la volta celeste, alla guida del carro del Sole.
Ogni giorno i due devono separarsi, dedicandosi ai propri doveri divini, e quando Odur si mette in viaggio, Freya non riesce a trattenersi dal piangere lacrime d’oro, che tingono l’alba di questo colore.
Lo stesso avviene al tramonto..

La farfalla di luce dorata Quadrilithion

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L’affascinante struttura litica è sita sullo spartiacque del promontorio del Caprione, propaggine posta tra il Golfo di La Spezia e il fiume Magra, in prossimità del Seno di Lerici. A parere di Enrico Calzolari, studioso di archeoastronomia e semiologo dell’ambiente, questo sarebbe un sito megalitico, ovvero, in particolare si configurerebbe come un Quadrilithion: costituito da due massi verticali che sorreggono una pietra a forma di losanga (dal greco loxos, obliquo) e poggiano su “una grande pietra trasversale, che è modellata in modo da formare una cuspide che, opposta a quella della pietra a forma di losanga, forma un varco che viene attraversato dalla luce del sole al tramonto del solstizio d’estate

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La luce del Sole al tramonto del solstizio d’estate, dopo aver attraversato la feritoia dell’impianto, riproduce una sagoma luminosa a forma di “farfalla”.
Questo fenomeno luminoso, che si estende per un’ampiezza di circa 3° dell’apparente movimento solare , appare al 21 giugno dalle 19:15 alle 19:35 (ora solare).
La formazione della farfalla di luce dorata permane per ben sei giorni, venti prima e venti dopo al solstizio estivo.
Secondo M. Gimbutas la simbologia della “farfalla” rappresenta la trasmigrazione dell’anima verso una meta astrale.
Il professor Calzolari ritiene che questo evento possa risalire a circa 6000 anni prima di Cristo e propende per un’ipotesi detta “sciamanica”, secondo la quale gli spiriti degli uomini si formavano presso una costellazione detta pertanto genitrice che dovrebbe coincidere con la figura della costellazione di Cassiopea.

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Se ti rechi in questo luogo porta il dovuto contegno e rispetto.
Per raggiungere il luogo: da Lerici dirigersi verso Romito Magra.
In località Guercio imboccare la strada per San Lorenzo ,si trova sulla destra, provenendo da Lerici.
Dopo aver passato l’indicazione di un tempio buddista, si giunge ad una casa ed un parcheggio. A pochi metri ci saranno i resti di una chiesa, e successivamente su un sentiero anche il complesso megalitico.

Informazioni più accurate:
E. Calzolari – D. Gori, Misteri di Lunigiana
La farfalla dorata, Luna editore, 2000

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