skjaldmær,sköldmö ,skjoldmø  shieldmaiden ragazze dell’scudo ᛏ ᛏ ᛏ

Dedicato alle mie figlie, alle mie allieve, a tutte le donne guerriere

Archetipo pagano ed ancestrale, non conciliabile con le credenze cristiane ,necessitanti ”dello scudo della verginità” per mantenere il carisma che le consente, temporaneamente, di comandare gli uomini in battaglia, lontane dalle attuali tendenze misandriche , assai diffuse nelle attuali terre del nord e non solo, dall’imperante ”pensiero unico”.

Le Skjaldmær erano ragazze che come i giovani uomini godevano di una relativa libertà sessuale e praticavano le arti del combattimento e quelle intellettuali della conoscenza.
Si ispiravano a Freyja, la dea che ama i canti d’amore e incita gli innamorati ad invocarla, ma che nel contempo solca furente i campi di batraglia e alle Valkyrie  entità semidivine dedite alla raccolta di vite vissute con onore ,coraggio, sprezzo del pericolo.

Runar RUNE ᚠ ᚢ ᚦ ᚱ ᛋ ᛘ ᛦ

FREJA

«… loro ti chiamano Ecate,
dea dai molti nomi, Mene,
Artemide lanciatrice di dardi, Persefone,
Signora dei cervi, luce nel buio, dea dai tre suoni,
dea dalle tre teste, Selene dalle tre voci,
dea dal triplo volto, dea dal triplo collo,
dea delle tre vie, che tiene,
la fiamma perpetua in tre contenitori,
tu che offri la tripla via,
e che regni sulla tripla decade.
»

La mitologia è l’archetipo della donna guerriera trova il suo riferimento nella triplice dea che è la manifestazione di funzioni differenziate nell’alveo della cultura indoeuropea.

Seducente, seduttiva,prospera di fecondità, vendicativa…

La Dea triplice nello  Shaktismo, una forma di Induismo, in cui le tre entità di Sarasvati, Lakshmi e Kālī e le loro sotto-manifestazioni sono tre aspetti di Maha Devi 
(La Grande Deanelle antiche mitologie indo-europee, varie dee o semidee costituivano triadi le greche Moire, Grazie, Parche e le nordiche Norne o erano singole divinità ma raffigurate in tre aspetti la greca Ecate.

 La Dea triplice fu anche studiata da psicologi studiosi degli archetipi come Kerenyi e Jung, più di recente è l’archeologa Marija Gimbutas i cui studi sull’Europa antica hanno aperto nuove strade di ricerca.

Georges Dumézil’ ipotizzò che l’antica società  Indoeuropea  fosse strutturata attorno a tre attività: adorazione, guerra e fatica. In tempi successivi, quando il lavoro schiavo divenne comune, le tre funzioni vennero viste come “classi” separate, furono rappresentate ciascuna dal proprio divinità.
 Dumézil ha inteso questa mitologia come il riflesso e la convalida delle strutture sociali nel suo contenuto: un tale sistema di classi tripartito si trova negli antichi testi indiani, iraniani, greci e celtici.
A suo parere alcune dee rappresentavano queste tre qualità come diversi aspetti tra cui quelle iraniana Anāhitā, il vedico Sarasvatī e il romano Juno.

La donna guerriera emerge dall’archetipo indoeuropeo della tiplice dea, seducente, tenera madre, inquietante strega guerriera, nella veste di Magna Mater, che può manifestarsi come dispensatrice di prosperità, di fecondità e di armonia, ma anche come portatrice di morte  (confer AXIS MUNDI MARCO MACULOTTI ) : in cambio della sua benevolenza verso gli uomini ella pretenderebbe un sacrificio umano.
Questo duplice – e apparentemente opposto – valore di vita e morte è insito non solo nella natura delle Grandi Madri, ma anche nell’elemento dell’acqua che Tacito associa a Nerthus: l’acqua richiama tanto la rigenerazione e la vita quanto l’incombere della morte.


confer AXIS MUNDI

In generale Nerthus/Herthum è collegata a figure femminili di prosperità, ma anche di morte: Frigg, sposa di Odhinn, la Dama Holla, ‹‹servita da un sacerdote cui spettava approntare il suo carro a vela, affinché potesse riapparire tra gli uomini per diffondere i suoi benefici››, la dea Holda ‹‹che si aggira per i paesi […] per distribuire benedizioni e maledizioni. È una divinità agraria, dea della terra, responsabile della fertilità del suolo. La processione che le rende omaggio è sempre seguita da un buon raccolto. Come Nerthus […] si bagna nei laghi. La dea benigna si sdoppia in una dea temibile. È una divinità della morte che rapisce le anime dei bambini››, cfr. Bulteau, Le figlie delle acque, pp. 106-107.

Questa piccola statuetta di guerriera vichinga scoperta ad Harby, in Danimarca, è stata interpretata come una valchiria mitologica. 

Confer Valchiria: La vita segreta di una donna guerriera vichinga

CONFER La tridevi (in devanagari: त्रिदेवी, sanscrito: tridevī, con il significato di “tre dee”) è un concetto dell’induismo, che rappresenta la versione femminile della trimurti. Consiste nella triade di dee Sarasvati, Lakshmi, e Parvati. Nello shaktismo, queste divinità trine sono le manifestazioni della dea suprema Mahadevi

Sarasvati è la dea dell’apprendimento, delle arti e della realizzazione culturale, nonché la consorte di Brahma, il creatore. È intelligenza cosmica, coscienza cosmica e conoscenza cosmica.

Lakshmi è la dea della ricchezza, della fertilità, del buon auspicio, della luce e della realizzazione materiale e spirituale, nonché la consorte di Visnù, il mantenitore o preservatore. Tuttavia, Lakshmi non significa mera ricchezza materiale, ma anche prosperità astratta, come gloria, magnificenza, gioia, esaltazione e grandezza, e realizzazione spirituale che si traduce in moksha.

Parvati è la dea del potere, della guerra, della bellezza, dell’amore, nonché la consorte di Siva, il distruttore del male o trasformatore. A volte è identificata con Durgā o Kālī.

confer

Tractatus de mulieribus claris in bello  è una breve opera greca antica di un autore anonimo,che discute quattordici donne antiche famose, non tutte le donne discusse sono guerriere e solo alcune sono ritratte come abili strateghe militari.  Fu scritto verso la fine del II o l’inizio del I secolo ac.

Nella storia antica , un numero significativo di donne nelle società scite e sarmate ha partecipato al combattimento, fungendo potenzialmente da fonte di ispirazione per i miti dell’antica Grecia delle Amazzoni , secondo recenti interpretazioni il termine linguistico indopersiano ”coloro che combattono. ” altre tradizioni donne senza un seno.

Mosaico raffigurante Amazzoni a caccia – Museo di Antiochia

 Nell’antica Grecia , si dice che diverse donne abbiano partecipato alla guerra di Troia , tra cui Epipole di Caristo e Pentesilea

Erodoto narra che le Amazzoni, della Scizia, dove sarebbero emigrate dopo essere state sconfitte dai guerrieri greci, le amazzoni si uniscono, anche carnalmente, ai guerrieri sciti, dando origine al popolo dei Sarmati. Le donne combattono a cavallo insieme agli uomini, indossano gli stessi abiti e rimandano il matrimonio fino a che non hanno ucciso, pare almeno un nemico in battaglia.

Alcune teorie sostengono che le guerriere germaniche (marcomanni, goti ed altri ) fossero in realtà scizie o sarmati o iagizi

“La guerra non è faccenda da donne, eppure nel sanguinoso scacchiere dell’Italia del Quattrocento può accadere di tutto, anche che una fanciulla venga addestrata a combattere come un uomo. Il suo nome è Bona Lombardi. Cuore puro e occhi verdi come pietre di fiume, nel suo sangue scorre la ribellione: contro il destino che spetta alle donne, contro i soprusi degli uomini, contro chi ti attende nell’ombra per strapparti la vita o la dignità”.

Luigi Barnaba Frigoli, “Guerriera”, Rizzoli.

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