L’iscrizione più antica in assoluto che menziona il nome di Odino, dio della guerra, e di conseguenza retrodata le prime attestazioni relative al culto della principale divinità della mitologia norrena all’inizio del V secolo, ben un secolo e mezzo prima rispetto a quanto ritenuto finora.
Il bratteato d’oro con l’iscrizione di Odino. Foto: Arnold Mikkelsen, Museo Nazionale di Danimarca.
”ogni colpo del mio pennello è il culmine della più profonda della mia energia del cuore.“ Sengai Gibon 仙厓 義梵
”l’insorgere di uno stato spontaneo di completa fusione tra azione e coscienza di totale “immersione” nella situazione, nell’istante, una fusione tra soggetto che agisce ed azione… il cosidetto stato di Flow, flusso, un momento magico “lo stato in cui le persone sono così immerse in ciò che stanno facendo, che tutto il resto sembra non avere alcuna importanza, l’esperienza in sé è talmente piacevole e fuori dall’ordinarietà , da indurre le persone a ripeterla anche a costo di grandi sacrifici.”
THE ZONE , uno stato di flusso esperienza ottimale, uno stato di trance agonistica, in cui la persona è completamente immersa in un’attività, in totale coinvolgimento, focalizzata sull’obiettivo, con una forte motivazione intrinseca, con positività e gratificazione nello svolgimento del compito. un modo più moderno di esprimere i temi dello zened altre splendide antiche discipline e di nuove rielaborazioni…
Concentrazione ASSOLUTA rivolta unicamente all’attività che viene svolta, con grande coinvolgimento e appagamento in stato di
assorbimento totale nel QUI ED ORA HIC ET NUNC
Unione di Azione e Consapevolezza , sensazione di unità con il Tutto, La Dualità scompare ed emerge la sensazione di essere al contempo un osservatore esterno e un partecipante attivo. Non si è più in grado di distinguere il sè da ciò che il sè sta facendo.
Dissoluzione del senso del sè , il critico interiore è in silenzio, esperienza di libertà senza dubbi.
Alterazione del della percezione del tempo ”dilatazione del tempo” il tempo rallenta si ferma o accellera…
Paradosso del controllo , forte senso di controllo della situazione
Esperienza autotelica intensamente e intrinsecamente soddisafcente, racchiude in sè il τέλος il senso, il significato della propria realizzazione, talmente piacevole da stimolare la ripetizione anche se a rischio personale .
Eg songane søkte Eg songane sende då den djupaste brunni gav meg dråpar så ramme av Valfaders pant
Alt veit eg, Odin kvar du auge løynde
Kven skal synge meg i daudsvevna slynge meg når eg helvegen går og dei spora eg trår er kalde, så kalde
Årle ell i dagars hell enn veit ravnen om eg fell
Når du ved helgrindi står og når du laus deg må rive skal eg fylgje deg yver gjallarbrui med min song
Du blir løyst frå banda som bind deg Du er løyst frå banda som batt deg
La via degl’Inferi
Chi canterà per me?
Chi mi getterà nel sonno eterno?
Quando percorrerò la via degl’Inferi
E seguirò quei passi
Freddi, tanto freddi
Cercai i canti
Mandai i canti
Allora il più profondo dei pozzi
Mi diede gocce tanto rancide
Dal pegno del Padre dei Caduti
Io so tutto, Odino
Dove tu nascondesti l’occhio
Chi canterà per me?
Chi mi getterà nel sonno eterno?
Quando percorrerò la via degl’Inferi
E seguirò quei passi
Freddi, tanto freddi
Presto o sul finire dei giorni
Soltanto il corvo sa se cadrò
Quando ti trovarai alle porte dell’inferno
E dovrai strapparti alla vita
Io ti seguirò
Sul Gjallarbrú col mio canto
Sarai sciolto dalle catene che ti incatenano
Sei sciolto dalle catene che ti incatenavano
Muore il bestiame
Muoiono gli amici
E così morirai anche tu
Ma non morirà mai
La fama
Di chi se n’è costruita una buona
Muore il bestiame
Muoiono gli amici
E così morirai anche tu
Ma io conosco qualcosa
Che non morirà mai:
Il giudizio che i morti si lasciano alle spalle
Uno degli epiteti di Odino, mentre il pegno di cui parla è l’occhio che Odino si cavò e lasciò nella fonte (o pozzo) dell’onniscenza di Mímir (vd. versi successivi), affinché quest’ultimo gli permettesse di potervisi abbeverare. Dunque le gocce di cui sopra sono le lacrime di Odino.
Traduzione in norvegese di due versi tratti dalla strofa 28 della Vǫluspá (“La profezia della veggente”), primo e più famoso poema tratto dall’Edda poetica.
Ponte che attraversa il fiume Gjöll, che separa il mondo dei vivi dal regno di Hel: gli inferi della mitologia norrena.
Mentre la prima parte della canzone è in norvegese nynorsk, la parte in corsivo è in norreno: si tratta delle strofe 76 e 77 dell’Hávamál (“Il discorso di Hár”), seconda composizione dell’Edda Poetica.
Tu hai diritto soltanto all’azione, e mai ai frutti che derivano dalle azioni. Non considerarti il produttore dei frutti delle tue azioni, e non permettere a te stesso d’essere attaccato all’inattività.”
Krishna कृष्ण
Il Beato, II: 47 Bhagavadgītā “Il canto del divino”भगवद्गीता episodio del poema epico Mahābhārata.
È così facile giudicare e respingere ciò che non capisci. La maggior parte del mondo crede che la cerimonia indigena sia superstizione e qualcosa che non ha basi scientifiche. Per gli indigeni del Nord America, tuttavia, questa è la verità della loro realtà. Lo credono in ogni cellula del loro corpo. L’umanità si è spostata dal cuore del mondo alla logica della mente, e la loro fede è nel chimico, nel fisico e nel matematico. La scienza ha dimostrato loro che tutta questa antica credenza nella cerimonia è semplicemente ignoranza… Eppure l’uomo moderno ha creato, con la sua grande scienza, che è certo la “verità” ultima, un mondo sull’orlo della distruzione totale in meno di duecento anni. Mentre l’uomo antico, con le sue cerimonie, è riuscito a sostenersi per milioni di anni. Forse dovremmo considerare questa antica saggezza, almeno per capire, anche con la nostra mente logica, come sia possibile che la cerimonia possa effettivamente creare un mondo in equilibrio. L’unica ombra proiettata qui è quella del tuo stesso dubbio.
Tutti i miei parenti… Black Eagle
All My Relatives: Exploring Lakota Ontology, Belief, and Ritual
In All My Relatives David C. Posthumus offre la prima storia revisionista della religione e della cultura dei Lakota in una generazione. Applica le intuizioni chiave di quella che è stata chiamata la “svolta ontologica”, in particolare le nozioni duali di interiorità/anima/spirito e fisicità/corpo e una nozione estesa di personalità, come proposta da A. Irving Hallowell e Philippe Descola, che include gli esseri umani così come i non umani. Tutti i miei parenti dimostra come una nuova struttura animista possa collegare e articolare elementi altrimenti disparati e oscuri dell’etnografia Lakota. Spogliato dei suoi problematici elementi evolutivi sociali del diciannovesimo secolo e visto come un’alternativa ontologica o spirituale, questo concetto rivalutato di animismo per una sensibilità del ventunesimo secolo fornisce una lente avvincente attraverso la quale la mitologia, i sogni, le visioni e le cerimonie tradizionali Lakota possono essere analizzato in modo produttivo e compreso più a fondo.
Posthumus esplora il modo in cui le credenze animiste Lakota permeano la comprensione del mondo reale in relazione a fenomeni come la personalità di rocce, fantasmi o spiriti di esseri umani e animali deceduti, fenomeni meteorologici, spiriti familiari o spiriti aiutanti e fasci di medicine. Tutti i miei parenti offre nuove intuizioni sulla cultura tradizionale Lakota per una comprensione più profonda e duratura della cosmologia, dell’ontologia e della religione indigene.