REIKI LING QI 靈氣

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Si dice che fu Sensei Mikao Usui, ricercatore spirituale praticante di discipline psicofisiche kiko/qi Gong,  di arti marziali che lo riscoprì, al inizio del 1900, lo chiamò Reiki.
Gli ideogrammi che compongono il termine Reiki rappresentano la connessione tra 靈 Rei/Ling energia  universale  (atmosfera, Non Manifesto, implicito Spirito) ki qi 氣 espressione individuale di tale energia.
Sul termine cinese Ling 靈  , se ne trova traccia scritta, con riferimento al suo aspetto funzionale come capacità di proiezione psichica sul mondo esterno, di fatto, il termine Shen  神  (spirito) viene sostituito da Ling  靈, in italiano si traduce in entrambi i casi spirito, ma nell’antica cultura  cinese, si suppone abbia l’aspetto di rilevanza Yin, nella filosofia cinese tradizionale, il principio, la forza passiva, negativa, femminile dell’universo, complementare allo yang, come  veicolo che permette l’interazione tra l’energia individuale e l’energia universale.
Nello Shangshu 尚書 (Venerabili documenti, testo noto anche come Shujing 書經, Classico dei Documenti), il Cielo, o “Firmamento” (Tian 天), e la Terra (Di 地) sono definiti padre e madre dei Diecimila esseri (wanwu萬物), tra i quali l’uomo si distingue poiché dotato di una natura spirituale e numinosa (ling 靈, Shangshu 27/23/13).

Uno degli effetti più apprezzati da chi la pratica è la capacità di facilitare il fluire del ki liberamente e armoniosamente in tutto il sistema psicofisico.
Sin da 5000 anni a. C. e forse prima, in India, era nota l’esistenza della energia vitale, tale energia veniva definita con vari termini, certamente il più noto era prana e la sua influenza sulla salute del corpo, sul controllo della mente e sugli effetti di connessione con frequenze, che potremo definire energie  sottili, era fonte di costante ricerca, da parte di sperimentatori detti yogi.
Questi sperimentatori attingevano a questa energia mediante tecniche respiratorie, meditazione con metodiche differenziate o particolari posture fisiche, che consentivano di entrare in uno stato profondo di coscienza e di aprirsi all’intuizione profonda.
Per l’antichissima cultura tradizionale cinese, tutto ciò che è materia, l’esplicito, e tutto ciò che è informazione immateriale, l’implicito, è permeato di energia 氣 (qi) costituita da due polarità (yin e yang) che, in stato di armonioso equilibrio, assicurano uno stato di benessere, in caso contrario generano sintomi di disagio fisico, psichico, emotivo.
Quasi tutte le antiche culture del globo hanno un termine per definire questo fenomeno, nelle culture dell’arcipelago polinesiano il termine mana, definisce la connessione tra energia individuale in relazione al ambiente, gli elementi in cui un essere è inserito e di cui è composto, in questo contesto si definiva anche la possibilità di esprimere le proprie facoltà, il proprio potere di realizzazione, in simile accezione lo ritroviamo anche nelle culture sciamaniche.
Anche la Grecia antica conosceva un termine per definire il flusso vitale, il pneuma, esistevano altrettanti termini nelle culture celtica e germanica, ma nel tempo il sopraggiungere di sistemi di credenze dogmatici allontanarono dalla ricerca di questa esperienza…

yinyang
Nota I caratteri tradizionali per yin ( 阴 yīn) e yang (  yáng) possono essere separati e tradotti approssimativamente come il lato in ombra della collina (yin) e il lato soleggiato della collina (yang).
yang fa riferimento al “lato soleggiato della collina”, esso corrisponde al giorno e alle funzioni più attive.
Al contrario, yin, facendo riferimento al “lato in ombra della collina”, corrisponde alla notte e alle funzioni meno attive.

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