Il phurba tibetano ཕུར་བ in sanscrito detto Kīla, è un pugnale tibetano o nepalese, costituito da tre lame e da un’impugnatura, sovente decorata, usato per i rituali (non per i sacrifici).
Il phurba è, molto spesso, impugnato da divinità terrifiche buddhiste
È formato verticalmente da una testa (che è solitamente quella di una divinità), da un manico e infine da una lama (di tre lati, a forma piramidale).
La sua struttura è studiata per assorbire, trasformare e dirigere le energie negative.
La testa può rappresentare sia il capo dell’uomo che il mondo superiore nella costituzione sciamanica dell’universo; il manico rappresenta il busto e il mondo di mezzo; la lama rappresenta le gambe e il mondo inferiore
Nella pratica il Phurba è un’arma usata contro i Demoni.
I Demoni nel Buddhismo sono entità che rallentano il percorso spirituale dell’uomo impedendogli di raggiungere la Buddhità, ovvero, lo stato di Illuminazione. Apparentemente questo potrebbe essere in contrasto con la dottrina della “compassione” (che consiste nel non nuocere a nessun Essere Senziente), ma in realtà, il Demone viene “ucciso” per compassione, liberandolo dunque dalle sue qualità negative (infatti nei testi Tibetani la parola utilizzata è “sgrol” (liberare) e non “bsad” (uccidere) Nel 1990 a Mosca, guidati da Alexei Tegin, un gruppo di artisti e musicisti si avvicinava allo studio della musica rituale intraprendendo un percorso nel lato d’ombra e di mistero cupo selvatico nello scandagliare il profondo con suoni arcani non facili da comprendere.
Alexey il fondatore s’ispira ai naljorpa dichiara di sentirsi senza tempo, senza tradizione, girovago che per ottenere la conoscenza, sia necessario fare un profondo lavoro all’interno ”Se creiamo il suono o la magia apriamo il vuoto e la forma da esso, lì dentro tutto è possibile. Da potenziale a cinetica.”
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