“Fino alla fine del paganesimo, il culto privato—diretto dal pater familias—mantenne la sua autonomia e la sua importanza a fianco del culto pubblico … A differenza del culto pubblico, che subì continue modifiche, il culto domestico, compiuto attorno al focolare, non pare aver subìto sensibili cambiamenti durante i dodici secoli della storia romana.
Si tratta, senza dubbio, di un sistema cultuale arcaico, in quanto esso è attestato presso altri popoli indoeuropei.
Proprio come nell’India aria, anche a Roma il fuoco domestico costituiva il centro del culto …
il culto si rivolgeva ai Penati e ai Lari, personificazioni mitico-rituali degli antenati, e al genius, una specie di ‘doppio’ che proteggeva l’individuo.
Mircea Eliade riguardo il culto privato nell’antica Roma
[Storia delle credenze e delle idee religiose v.II, p.120]:

Lares da lar(es), “focolare”, derivato dall’etrusco lar, “padre” sono figure della religione romana che rappresentano gli spiriti protettori degli antenati defunti che, secondo le tradizioni romane, vegliavano sul buon andamento della famiglia, della proprietà o delle attività in generale. Sono posti in una nicchia della casa chiamato Larario, vengono rappresentati da statuette chiamate Sigillium (da signum, segno, immagine) e onorati con incensi ed una fiamma accesa.


Insieme a Vesta, la dea del focolare, e ai Penati, gli dei della dispensa. L’origine del culto dei Lari non è però da ricercarsi presso il focolare della famiglia; per quanto incerta sia l’etimologia del loro nome, è abbastanza sicuro che la religione dei Lari ebbe sua prima sede in fundo villaeque in conspectu (Cicerone)

I penati sono gli spiriti protettori di una famiglia e della sua casa onorate nel culto privato in modo esclusivo, gli antenati e spiriti protettori, deriva dal latino penas, ovvero “tutto quello di cui gli uomini si nutrono“, quindi in origine proteggevano il cibo custodito in casa, e il loro posto era il Penitus, ovvero il luogo della casa dove si custodisce il cibo (oggi la cucina o la dispensa).
In seguito divennero più genericamente i protettori della famiglia, sovrapponendosi quindi con la funzione dei Lari.


i Mani ( Manes) erano le anime dei defunti, a volte in pace e benevolenti altre volte inquiete ed ostili, talvolta venivano identificate con le divinità dell’oltretomba.

Genius loci come sosteneva Servio
“nessun luogo è senza un genio”
”nullus locus sine Genio”
La parola Genius deriva dal latino gignere che significa “generare, creare”, era utilizzata per identificare il nume che costituiva una forza creatrice.
Al Genius venivano offerti fiori, piante odorose, incensi, profumi, vino ed altro.
Nell’antica Roma si riteneva che vi fosse una divinità minore protettrice di un luogo, di chi vi abitava o transitava.
Ogni luogo aveva un suo genius che poteva essere ostile o benevolo a seconda dell’atteggiamento dell’individuo verso il luogo.
Dissacrare un luogo, o appropriarsi delle sue risorse in modo indiscriminato poteva inimicare Genius Loci, mentre pregarlo, rispettarlo e fargli offerte poteva renderlo propizio.
“Genius loci” si potrebbe intendere come “lo spirito, il nume tutelare”
di un determinato luogo.
Tale credenza è riconducibile ad un approccio animistico per cui tutto è permeato da un’energia e da un’intelligenza, compresi i luoghi, o gli animali ma anche e lo stesso uomo
( in oriente un esempio esplicito si ritrova nel termine kami 神spiriti ancestrali e divinità dello Shito 神道 )
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