Masso del Merlo, Val Tidone Nei pressi della Rocca d’Olgisio, non lontano da altri siti ricchi di incisioni rupestri e sarcofagi litici, si erge il cosiddetto “Masso del Merlo”, il quale si presenta come una sorta di osservatorio litico, ricco di incisioni a mo’ di coppelle. Incastonato in un pregevole panorama naturalistico, fornisce sensazioni di uscita dal tempo e dallo spazio, quelle che Zolla direbbe “Uscite dal Mondo”. megalithicmarvel Confer DIE HERRSCHAFT Andrea Anselmo
Uscire dallo spazio che su di noi hanno incurvato secoli e secoli è l’atto più bello che si possa compiere. Elémire Zolla
La più Antica raffigurazione Cosmica risalente a 4.000 anni fa Nonostante tutte le ipotesi che sono state formulate, il mistero connesso alla rappresentazione astronomica presente su questo reperto archeologico rimane pressoché tale in quanto non esiste alcuna possibilità di verificare tali ipotesi, ne quella dell’eclisse che sembra essere la più probabile, ne quella delle fasi lunari, ne quella del Sole e della Luna.
Le spade e le asce rinvenute insieme al disco d Nebra sul Mittelberg
Tre fasi di misurazione astronomica con il disco posizionato sul monte Mittelberg, Successivamente: solstizio d’estate; equinozi primavera/autunno; solstizio d’inverno. Opera propria Rainer Zenz. Dominio pubblico.
A 20 chilometri di distanza dal Mittelberg si trova il celebre Cerchio di Goseckche risale al V millennio a. C. Formato da fossati concentrici e da palizzate, era usato come calendario astronomico e testimonia, quindi, la presenza di conoscenze ben definite sui movimenti degli astri nell’Europa del Neolitico.
«Disse Óðinn: molto ho viaggiato, molto ho sperimentato molto ho messo alla prova gli dèi: che ne sarà di Óðinn al tramonto dei tempi quando gli dèi verranno a mancare?»
Il volume fornisce una prospettiva esaustiva sui temi principali della tradizione mitica delle popolazioni norrene. L’obiettivo che Marco Maculotti e gli altri autori si sono posti, infatti, è quello di offrire una panoramica complessa sulla religione nordica originaria, proponendo dove possibile parallelismi in un’ottica comparativa con la più vasta tradizione sacra indoeuropea. Sono analizzati il corpus mitico, la cosmogonia e l’ordinamento cosmico, i reami ultraterreni, il tema della sapienza occulta e il Ragnarök, ovvero il “Crepuscolo degli dèi”. Di pari passo è approfondito il pantheon nordico, dalle divinità celesti (Óðinn, Þórr, Baldr, Heimdallr, Loki) alle potenze garanti della fertilità e della fecondità (Freyr, Freyja, Njorðr-Nerthus), senza dimenticare le eterogenee entità sovrannaturali conosciute dalla tradizione norrena, dagli spiriti custodi alle Norne intimamente connesse alla tematica del destino, passando per i giganti. In appendice, infine, sono affrontate questioni particolari del mito e della tradizione nordica, anche in ottica archeologica. AUTORE Marco Maculotti (Cremona, 1988). Fondatore e direttore editoriale di «Axis Mundi», rivista di storia delle religioni, antropologia del sacro,studi tradizionali, folklore, esoterismo e letteratura del fantastico – in edizione digitale dal 2015, cartacea dal 2021 – e della neonata casa editrice Axis Mundi Edizioni. Il suo primo saggio lungo pubblicato, Carcosa svelata. Appunti per una lettura esoterica di True Detective (2021), ha riscontrato un’unanime attenzione di critica e pubblico, seguito da L’Angelo dell’Abisso. Apollo, Avalon, il Mito Polare e l’Apocalisse (2022), saggio di storia delle religioni incentrato sull’escatologia apollinea. Negli ultimi anni si è concentrato sull’opera dello scrittore gallese Arthur Machen, rispetto alla quale ha redatto sette contributi editi da varie case editrici in pubblicazioni collettanee e riviste. Collabora con diverse riviste di studi tradizionali («Arthos», «Atrium», «Golem», «Il Corriere Metapolitico») e letterari («Studi Lovecraftiani», «Zothique», «Dimensione Cosmica»).
Sheela na gig o forse Atargatide o Melusina entità sirenica bicaudata rappresentante il potere apotropaico femminile evocata in culti arcaici precristiani a lato nodo celtico forse un dara ” quercia” sacra in ambito druidico
Secondo la leggenda le melusine dovrebbero sposare un cavaliere a condizione di un tabù particolare: non essere viste nella loro vera forma, quella di una fata dell'acqua, con la coda di pesce o di serpente, al posto delle gambe. La rottura del tabù della melusina, fonte dell'autorità e della ricchezza cavalleresca, può condurre il cavaliere alla rovina e condannare la fata a rimanere una sirena per sempre.
Le più antiche notizie sulla natura delle melusine risalgono al XII secolo. Possibili origini si trovano già in saghe pre-cristiane, greche, celtiche, così come nella cultura del Vicino Oriente. In qualità di leggenda storico-genealogica, risale alla famiglia Lusignano della regione francese di Poitou
Parco di Bomarzo Melusina Fata appartenete alla specie delle sirene
La sirena bicaudata all’entrata della Pieve a Corsignano
Gargoyle abbazia Sainte Foy, Conques, Francia 1050 i curiosi
La Melusina di Sant’Ambrogio, a Milano nell’ambone marmoreo, datato inizi del XII secolo, periodo templare.
Il logo della catena ‘Starbucks’
Como
Il simbolismo della Melusina o sirena bicuadata si riferisce alla natura duale della donna che collega mondi tra loro differenti, unendo la terra con l'acqua, sospesa tra carnalità e spiritualità: la cultura occidentale vede nella donna un passaggio tra più mondi, tra la vita e la morte.
Per questo la donna nelle società celto-germaniche, come quella longobarda, erano sempre molto rispettate e particolarmente tutelate anche dal diritto germanico (vedi Editto di Rotari).
La melusina è rappresentata come una figura chimerica: una sirena che in entrambe le mani tiene le sue due code, nell’architettura e nella geometria del “sacro” rappresenta la vescica piscis, elemento vulvare per eccellenza, come scaturisce dallo stesso nome, vesica in latino vuol dire proprio vagina.
Sin dalla Preistoria l’uomo ha sempre cercato nei simboli sessuali un qualche elemento per allontanare le forze maligne e assicurare fertilità e procreazione a una famiglia o a una comunità intera. La fecondità veniva spesso rappresentata da donne formose che mostravano i propri genitali in pose provocanti, simboli di lussuria e attrazione fatale.
La doppia natura della melusina di donna e pesce può essere oltretutto interpretata come allegoria della dualità della natura umana: carnale e spirituale.
Duomo di Acerenza
Presente sulla famosa “Tour Melusine” (Torre della Melusina) nella Vandea, Francia. Il complesso fortificato risale al primo quarto del 1200 e la torre è del 1400. impressa sull’ambone longobardo della Pieve romanica di San Pietro a Gropina presso Loro Ciuffenna. Rimanda ad antichissimi culti pagani della Terra-madre della tradizione celto-germanica di cui ci parla lo storico romano Tacito nel suo saggio Germania del I sec. d.C. il culto di Nerthus. descrivendo dettagliatamente il rituale che prevedeva l’immersione della dea nelle acque di una isola del Mar Baltico, dove aveva luogo una misteriosa trasformazione, così segreta che tutti coloro che vi assistevano venivano poi inghiottiti dalle acque.
L’origine di questa storia probabilmente tramandata di padre in figlio fin da epoche primordiali è celtica. Le zone dove sono stati trovati riferimenti culturali a questa leggenda sono tutte aree di cultura celtica, dalla Scozia (Pitti), alla Bretagna, alla Normandia, al Poitou, ai Paesi Bassi. L’iconografia delle sirene bicaudate è particolarmente diffusa in Toscana, in tutte le pievi più antiche del contado tra cui spiccano quelle di San Pietro a Gropina e quella di Corsignano presso Pienza.
Capitello nella navata della chiesa di san Michele a Pavia, anche i cistercensi, pur condannando il bestiario ne riconoscevano l’invincibile attrattiva sui fedeli, la “mira sed perversa delectatio”, il piacere meraviglioso e perverso che esso procurava alla fantasia dei devoti cristiani, culti anteriori con una valenza archetipica non facilmente cancellabili con la repressione.
Sheela na gig
Naga Kanya considerata anche figlia dei Naga, è protettrice dei serpenti, ma come Melusina è anche legata al culto dell’acqua, dei fiumi e della pioggia ed ha un posto d’onore nella religione Indù e Buddista non solo in India. Sheela Na Gig e la divinità indiana della fertilità Lajja Gauri. Sheela Na Gig che si trova nella chiesa di Notre-Dame de Bruyères-et-Montbérault e due sculture di Lajja Gauri in India.
I naga sono divinità minori che abitano in paradisi acquatici, sul fondo di mari, fiumi e laghi, in palazzi di gemme e perle. Sono i guardiani dell’energia vitale che è custodita nelle sorgenti d’acqua, nei pozzi e negli stagni. Sono anche i guardiani delle ricchezze delle profondità della terra e del mare- coralli, conchiglie, perle e pietre dure. Hanno una preziosa gemma incastonata sulla fronte. Le principesse serpenti, famose per l’intelligenza e il fascino, sono le antenate mitologiche di numerose dinastie del sud. Si dice che il Kerala sia una terra così verde e fertile proprio grazie all’intervento dei naga.
In origine il Kerala era una terra sottomarina. Poi un giorno Parasurama, sesta incarnazione terrena del dio Vishnu, scagliò la magica ascia che aveva ricevuto in dono dal dio Shiva e tra i suoi piedi e il punto dove l’arma si inabissò emerse il Kerala.
“La difficoltà per noi che non siamo moderni, ma antichi, è l’impossibilità di comunicare con le menti razionali del Kali Yuga, che ha dissacrato ogni cosa ..” (Miguel Serrano)
Sin dagli albori più ancestrali i cacciatori raccoglitori, guerrieri tentarono di impossessarsi di una “speciale forza esclusiva” mattr,megin might,Macht, Furor, Freg, Wut,lyssa Λύσσα menos μένος,manteia μαντεία…. forse in queste antiche pratiche si cela un insegnamento eterno…