Il “centauro” è un termine utilizzato da Erikson per definire un’integrazione matura tra mente e corpo, nella quale la “mente umana” e il corpo animale costituiscono un’unità armoniosa. (psichico, sottile, causale e non duale)
Nel paradigma olografico il centauro rappresenta il tredicesimo ed ultimo livello, quello che segue il livello magico, mitico e razionale, e si espleta nei quattro stadi di morte rinascita. (Stanislav Grof)
Nella riflessione teorica del filosofo Ken Wilber, si richiama al simbolismo del centauro, figura mitologica del mondo greco, figura archetipica della cultura indoeuropea, che in greco antico si designa con “kéntor” (híppon), “colui che stimola (il cavallo)”, intesa nella sua accezione di portatore-promotore di crescita
Rappresenta la perfetta unione tra il fisico ed il mentale, poiché il centauro non è un cavaliere che è esperto nell’equitazione, ma un cavaliere che è tutt’ uno con il suo cavallo.
Non si presenta come una psiche separata che tenta di controllare il suo corpo, bensì un’unità psicosomatica che governa se stessa.
La funzione simbolica del centauro è quella del recupero del rapporto tra corpo e mente ascoltando, mettendosi in movimento con consapevolezza.

Chirone , Χείρων, Chéirōn, esempio eccelso di centauro si distingueva per la grande saggezza, per la conoscenza delle scienze, in particolare quella medica.
Fu pertanto considerato il capostipite di quella scienza in quanto maestro di colui che la mitologia greca considerava il dio della medicina Asclepio, oltre che un importante maestro di Arti Marziali.Jung narrava dell’archetipo del guaritore ferito, di colui che tiene in sè due poli opposti: il guaritore e il ferito.
Chirone: nella mitologia era un centauro figlio illegittimo di Crono e Fillira, immortale.
Più saggio e benevolo di tutti i centauri fu grande esperto dell’arte medica e insegnante perfino di Asclepio.
Fu Eracle a uccidere Chirone in seguito della sua terza fatica, quella della cattura del cinghiale di Erimanto, Eracle fece visita al centauro Folo il quale offrì del vino all’eroe aprendo la giara dei centauri che si arrabbiarono e si lanciarono contro Eracle che li respinse e ne uccise alcuni; i centauri, per difesa, si rifugiarono nella grotta di Chirone che, ignaro di ciò che stava succedendo, si fece incontro all’amico Eracle nell’istante esatto in cui questo scagliò una freccia che andò a colpire per errore il ginocchio del centauro. Questa ferita inguaribile provocò molto dolore, e a nulla servirono i propri poteri autocratici al punto che il centauro sarebbe stato costretto ad una vita di sofferenza a causa della sua immortalità.
Zeus, però, mosso da compassione, permise a Chirone di donare la sua immortalità a Prometeo salvandolo e salvando con lui tutti gli uomini.
E’ proprio attraverso la sofferenza che Chirone impara l’arte della cura e a tenere sempre presente la propria ferita, che è simbolicamente lo spazio attraverso cui il dolore e la sofferenza possono entrare in lui.
Questo è un tipico elemento di fenomenologia sciamanica il processo di ferita e smembramento, a cui si deve sottoporre, l’iniziato, il passaggio, a tratti estremo, può esprimersi nel sacrificio Sacrum facere.
Come Chirone, così il terapeuta può comprendere la sofferenza dell’altro solo riconoscendo e integrando la propria sofferenza, non come debolezza o fragilità, ma come forza e strumento per poter lasciare entrare ed entrare in contatto con l’altro.
Nella figura del centauro, gli uomini cercavano di identificarsi con il cavallo stesso, da sempre considerato come uno degli animali più forti ed eleganti, il ché lo portò a diventare simbolo di nobiltà ed intelligenza, tanto che presso le famiglie aristocratiche greche e romane era uso comune attribuire nomi contenenti la parola ἵππος “hippo”, cavallo in greco: Filippo ed Ippocrate ne sono due esempi.
Ippolito, Ippocrate, Filippo, etimologicamente significano colui che lega, che ama, colui che addestra i cavalli.
La leggenda narra che il primo ibrido ebbe origine dall’unione di un figlio di Apollo, Centauro appunto, con delle bellissime cavalle. Dalla loro unione nacque una creatura con il corpo di cavallo sul cui tronco erano innestati un torso ed un capo umani.
La loro particolarità è che possedevano tutti i pregi e tutti i difetti del genere umano, portati però a livelli elevatissimi, tanto che nella mitologia sono stati riservati loro ruoli completamente contrastanti: dall’estrema saggezza all’incredibile crudeltà.
E tale idea perdurò nel tempo.
Simbolo della dualità, il Centauro può rappresentare figure mitologiche positive come Chirone, o negative, come Nesso
Nel primo caso il Centauro mira verso l’alto, si avvale di conoscenze esoteriche che mette al servizio degli altri, mentre nel secondo si fa dominare dagli istinti, insidia Deianira, compagna di Ercole, viene ucciso, e contemporaneamente si vendica con uno stratagemma. Nell’agonia, Nesso rivelò a Deianira che se ella avesse raccolto il suo sangue e ne avesse intriso una veste avrebbe potuto contare sull’amore eterno di Eracle.