Non est arbor solida nec fortis nisi in quam frequens uentus incursat Seneca

Un albero non diventa solido e robusto se non è continuamente investito dal vento e sono queste raffiche che ne fanno il fusto compatto e ne rinsaldano le radici, che si abbarbicano con maggior forza al terreno; fragili sono invece quegli alberi che crescono in una valle tranquilla, esposta solo ai raggi del sole. Perciò nel loro stesso interesse, affinché nulla possa atterrirli, è necessario che i ”virtuosi” attraversino spesso esperienze dolorose, sopportando con animo sereno ciò che non è di per se stesso un male ma che diventa tale solo per chi non è disposto a sopportarlo.
Lucio Anneo Seneca
Non est arbor solida nec fortis nisi in quam frequens uentus incursat; ipsa enim uexatione constringitur et radices certius figit: fragiles sunt quae in aprica ualle creuerunt. Pro ipsis ergo bonis uiris est, ut esse interriti possint, multum inter formidolosa uersari et aequo animo ferre quae non sunt mala nisi male sustinenti.

Intento Marziale

Si potrebbe dire che il marzialista si ponga l’intento di addestrarsi in ogni modo e forma, finchè la fiamma vitale non si spenga, o non si affievolisca, l’intentenzione è :

Agire come se ogni atto fosse l’ultimo , fosse necessario, inevitabile, fondamentale, assoluto
pur sapendo in cuor suo , come rammentava don Juan a Castaneda che è solo un compito inutile rispetto all’Assoluto, lo sportivo meritorio nella sua azione atletica, spesso in breve periodo di tempo, è solo un fruitore o consumatore.

il Marzialista puro vive la sua pratica come un processo iniziatico

Perficie omnia facta vitae quasi haec postrema essent Marco Aurelio

Il sentiero del marzialista

La differenza tra un marzialista ed uno sportivo è che il marzialista finché mantiene il fuoco interiore acceso pratica in ogni modo e forma…

Lo sportivo appende i guantoni al chiodo..

Pratica l’insegnamento senza parole

行不言之教

xing bu yan zhi jiao

Tao Te Ching 道德經

Arti Marziali da Combattimento d’Occidente

Dal Flos Duellatorum all’Abrazar

Nel novero delle antiche arti marziali indoeuropee , dal trattato d’Arme il Flos Duellatorum di Fiore de’ Liberi, considerata come il più antico manuale italiano di tecnica della scherma, proseguendo ai testi rinascimentali dove la “contesa e la colluttazione ” o l’Abrazar si mostra un evidente discendenza e derivazione dalla tradizione greca/latina, come il pancrazio, che leggenda vuole sia stato insegnato agli uomini da Teseo, l’eroe vincitore del Minotauro, dopo averla appresa dalla dea Atena.


παγκράτιον, pankrátion, Pan, tutto e Kratos, potenza; “onnipotenza”, che indica lo scopo e il fine di questo agone atletico: sottomettere l’avversario con qualsiasi tecnica e metodo, ed assurgersi a diventare il più potente.

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