

È alta approssimativamente 30 centimetri, è fatta di avorio di mammut e ha circa 40.000 anni di vita (nuova datazione).
È la statuetta dell’Uomo-leone, un vero miracolo dell’arte paleolitica, una delle caratteristiche della scultura che più sorprendono è lo straordinario dettaglio con il quale è stata realizzata, considerata l’epoca in cui è stata realizzata.
All’inizio, si pensava che la statuina fosse stata scolpita circa 30 mila anni fa.
Ma la datazione al radiocarbonio eseguita di recente sposta la sua datazione di ben 10 mila anni nel passato, facendola risalire a ben 40 mila anni fa.
Questo ne fa una della più antiche sculture antropomorfe d’Europa, come riferisce la rivista Archeology.
La scultura di Ulm getta quindi ulteriore luce sull’evoluzione dell’homo sapiens.
I conservatori hanno provato a fare una copia dell’uomo-leone, calcolando che ci sarebbe voluto il lavoro di almeno quattrocento ore di uno scultore altamente qualificato, che utilizzasse strumenti di selce (lavoro di due mesi alla luce del giorno).
Ciò significa che l’intagliatore avrebbe dovuto essere curato e nutrito da cacciatori-raccoglitori, il che presuppone un certo grado di organizzazione sociale.
C’è un dibattito in corso su ciò che rappresenti l’uomo-leone, e se fosse collegato allo sciamanesimo e al mondo degli spiriti
Sulle zampe anteriori/braccia della scultura sono visibili delle incisioni orizzontali che potrebbero rappresentare dei tatuaggi.
L’archeologo Nicholas Conard ha avanzato per questo artefatto l’ipotesi di una funzione cultuale e simbolica, la prima registrata nella storia dell’umanità.



Il ritrovamento in una grotta abitata nel Paleolitico Superiore e Medio in Germania, databile ad un periodo tra 40.000 e 33.000 anni fa, di una statuetta raffigurante un uomo con arti e sembianze di tipo felino reperita insieme a strumenti musicali (flauti) conferma l’antichità dello sciamanesimo nel territorio europeo (MARZATICO e GLEISCHNER Guerrieri, principi ed eroi, Trento 2004 pag. 549).
Queste figure ibride, forse arcaici prototipi di eroi come l’Ercole leonino, evocano un remotissimo mondo mitico già molto complesso.
Presso sei caverne appartenenti alla Swabian Jura, una catena montuosa situata nello stato del Baden-Württemberg, in Germania meridionale.
E’ proprio nelle profondità di questa formazione rocciosa che sono stati rinvenuti alcuni dei più antichi artefatti umani di cui si abbia conoscenza.
La scoperta di questi reperti – 43.000 e i 33.000 anni fa, tra l’ultima Era Glaciale e il Paleolitico Superiore – ha cambiato la storia delle arti figurative e della musica, nella Swabian Jura sono state trovate le tracce di uno dei primi insediamenti umani in Europa.
Gli scavi sono iniziati negli anni ’60 del XIX secolo.
Tra gli oggetti rinvenuti si annoverano statuette di uomini, animali (leoni delle caverne, mammoth, cavalli, bovini), gioielli e oggetti di culto

La Venere di Hohle Fels
Il pezzo più famoso è certamente la Venere di Hohle Fels (o di Schelklingen), una statuetta alta sei centimetri ricavata dalla zanna di un mammooth.
Rappresenta una donna pingue, simbolo di fertilità. Si tratta del più antico artefatto conosciuto raffigurante un essere umano.


I flauti della caverna di Geißenklösterle
Oltre alla Venere di Hohle Fels sono state trovati nell’area altri 50 artefatti.
I flauti della caverna di Geißenklösterle, gli strumenti musicali più antichi del mondo, sono tra questi.
I tre piccoli cilindri sono stati anch’essi incisi nell’avorio di un mammooth, e risalgono a 40.000 anni fa.
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