A cane non magno saepe tenetur aper

Parva necat morsu spatiosum vipera taurum

A cane non magno saepe tenetur aper

Schermata 2020-04-19 alle 01.47.48
“Botoli trova poi, venendo giuso,
ringhiosi più che non chiede lor possa,
e da lor disdegnosa torce il muso”

Dante si trova nel girone degli invidiosi ed incontra Guido Del Duca.
Nobile ravennate della famiglia degli Onesti fu per lunghi anni giudice in varie città della Romagna.
Dante lo include fra gli invidiosi della II Cornice del Purgatorio, facendone il protagonista (insieme a Rinieri da Calboli) del canto XIV.
Nella scena narrata dal vate i due penitenti si accorgono che Dante è vivo e gli chiedono di dire il proprio nome e il luogo da cui proviene.
Dante risponde di provenire dalla valle dell’Arno.
Rinieri domanda perché il poeta abbia omesso di pronunciare il nome dell’Arno e Guido risponde di non saperlo, anche se è giusto che il nome di quella valle sparisca: infatti l’Arno scorre fra terre abitate da popoli che rifuggono ogni virtù, dai Casentinesi (paragonati a porci), agli Aretini (botoli ringhiosi), ai Fiorentini (lupi famelici), fino ai Pisani (volpi dediti alla frode).“

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E sempre riferita agli aretini è la terzina che rimanda all’attuale Giostra del Saracino.
Dante aveva preso parte alla battaglia di Campaldino e qui ebbe modo di vedere le abilità dei cavalieri con le insegne del cavallino inalberato.

corridor vidi per la terra vostra,
o Aretini, e vidi gir gualdane,
fedir torneamenti e correr giostra
[Inferno, canto XXII]

Schermata 2020-04-19 alle 01.47.53

Confer Dizionario delle sentenze latine e greche 

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