XVII La durata della vita dell’uomo è solo un punto il suo essere è in un flusso perpetuo; le sue sensazioni sono solo oscurità. Il suo corpo, fatto di tanti elementi, è facile preda della corruzione; la sua anima è un uragano; il suo destino è un oscuro enigma; la sua gloria sciocchezze. In una parola, tutto ciò che riguarda il corpo è un fiume che scorre; tutto ciò che riguarda l’anima è solo sogno e vanità; la vita è una lotta e il viaggio di un estraneo; e l’unica fama che ci attende dopo di noi è l’oblio. Chi può guidarci in mezzo a tante insidie? C’è una sola guida, una sola, è la filosofia
E la filosofia è far sì che il genio che è in noi resta puro da ogni macchia e danno, più forte dei piaceri o delle pene, agendo in nessun modo con leggerezza, falsità o finzione, senza alcun bisogno di sapere cosa fa o non fa un altro, accettando eventi di ogni genere e il destino che gli capita, come un’emanazione dalla fonte da cui egli stesso proviene, e soprattutto, in attesa, in uno stato d’animo dolce e sereno, la morte, che prende per la semplice dissoluzione degli elementi di cui tutto l’essere è composto. Ora, se, per gli elementi stessi, non è affatto dannoso mutarsi perennemente l’uno nell’altro, perché guardare con un occhio fioco al mutamento e alla dissoluzione di tutte le cose? Questo cambiamento è conforme alle leggi della natura; e in quello che fa la natura, non c’è mai niente di sbagliato.
Il termine si può intendere come”respiro”, “aria”, “soffio vitale” Nelle diverse epoche e nei diversi sistemi di credenza e approcci filosofici varia l’accezione, anche all’interno di medesime correnti di pensiero. Presso i presocratici con questo termine si intendeva l’anima, principio originario, l’arché ἀρχή, connesso alla vita, impalpabile e invisibile. Per i filosofi stoici στοά ποικίλη (portico dipinto in cui si radunavano ) il termine è assimilato allo spirito (essenza). Il pneuma come spirito appartiene al dio che dà vita alle cose e le guida secondo i suoi voleri. Il pneuma, che è riscaldato dal fuoco, raffreddandosi dà quindi origine all’acqua, e infine all’elemento solido (terra): sono i quattro elementi che compongono l’universo. Nello gnosticismo (γνῶσις conoscenza ) il termine è presente nella tricotomia πνεῦμα, ψυχήe σῶμα, che porta alla distinzione, tra ‘uomo pneumatico’, ‘uomo psichico’ e ‘uomo ilico’ (o ‘materiale’). Nella filosofia negli autori rinascimentali, come Agrippa di Nettesheim, Paracelso, Giordano Bruno che secondo le credenze magiche e le scienze occulte del tempo intendevano il pneuma come strumento di cui si serviva la divinità per influire sulle azioni umane.