Lo sparring è un arte nell’arte richiede un ampia gamma di attitudini e di abilità da acquisire.
Davide Passaretti, Simona Monteverdi Vissia Trovato, M. Alfredo Farace ,Francesco Dal Pino
Francesco Dal Pino
Silvia La Notte , Francesco Dal Pino, Davide Passaretti , Cecilia Attalla dojo ruan
Combat Dojo Ruan
Necessita di tempo di maturazione, dedizione, resilienza, coraggio, tempismo, lucidità , pacatezza, e nello stesso tempo grinta e aggressività agonistica, e distacco emotivo.
Spirito di osservazione (neuroni specchio) e di auto osservazione la capacità di essere adattabili e disponibili all’apprendimento
non tutti hanno cuore di osare l’avventura…
“Avere un cuore da temerari ha a che fare con il conoscere se stessi e il non avere paura della sconfitta. È così che diventi una versione migliore di te stesso. La nobiltà è una conseguenza di questo atteggiamento.”
Il low kick è una tecnicaestremamente efficace Il calcio basso è una tecnica di gamba utilizzata negli sport da combattimento, nelle arti marziali e nei sistemi di autodifesa
Ramon Dekkers Low kick
Il calcio basso consiste in un colpo di gamba che porta a contatto il dorso del piede o la tibia dell’esecutore con gli arti inferiori dell’avversario; secondo il regolamento sportivo, può essere portato all’esterno ed all’interno della gamba.
Utilizzato in prevalenza nella Muay Thai, la KickBoxing e le MMA (Mixed Martial Arts),Il low kick rallenta la mobilità dell’avversario e favorisce la possibilità di “entrare” con altri colpi.
La tecnica di low kick più efficace è quella in cui viene colpita la parte esterna della coscia nella metà del quadricipite (appena sopra il ginoccchio), può essere portato anche all’interno della coscia. Indimenticabili ,tra gli atleti occidentali, interpreti di questa tecnica Ramon Dekkers, Bob Kamman, Ernesto Hoost.
PASSIONE e PROFESSIONALITA’
DOJO RUAN un luogo ESSENZIALE
ring, sacchi ,barre per trazioni, un luogo per scelta spartano nell’intento… Dojo Ruan ASD RUAN BOXING
Cosa veramente spinga un individuo a combattere,duellare,contendere, rischiare,
Resta un mistero.
A pochissimi è dato guadagnare cifre considerevoli
A pochi è dato il prestigio
Ma molti sentono un spinta interiore irrefrenabile e continuano a praticare….
a volte il limite viene raggiunto e la Dama Nera si presenta…
Rispetto a tutti coloro che osano anche se a volte è una corsa nel baratro…
La schivata è un azione motoria tendente ad evitare i colpi dell’avversario spostando il potenziale bersaglio interessato dai colpi. L’atleta deve esprimere un’ottima prontezza di riflessi e anticipare il pugno dell’avversario. confer BOXE tecnica e Tattica Nazzaro Mela
I tempi necessari per eseguire una schivata sono nettamente superiori a quelli di esplosione del diretto. Molti atleti professionisti non aspettano di vedere il colpo ma elaborano sistematicamente tutti quei micro-movimenti anticipatori che il corpo esegue prima di effettuare un colpo movimento della spalla, spostamento del peso sul piede in avanti, piccolo passo fatto in avanti e schivano anticipando l’avversario.
La schivata in flesso-torsione del tronco si effettua principalmente per evitare i colpi diretti al volto e consiste nello spostamento del capo mediante una torsione e anteroflessione del proprio tronco, può essere effettuata anche con un contemporaneo semi spostamento o uno spostamento.
Schivate circolari nel combattimento nella corta e media distanza i colpi più frequenti sono i ganci, per eluderli è necessario utilizzare la schivata circolare che prevede una serie di movimenti del capo e del tronco effettuando traiettorie semicircolari .
La schivata di tronco all’indietro è un movimento di estensione del tronco che permette di allontanare il proprio bersaglio dai colpi dell’avversario .
Nell”era del dominio tecnologico combattere nel ring e’ tornare alla Natura
Nell’era del dominio dell’ Economia combattere nel ring e’ assaporare la Nobiltà disinteressata senza altro fine che il puro piacere del fuoco interiore
La tecnica di esecuzione dello chassé bas, colpo sferrato sia con l’arto inferiore avanzato che arretrato sugli arti inferiori dell’avversario dirigendosi come bersaglio dal busto sino alla tibia, utilizzando il tallone o la pianta del piede, denota un antica origine attestata in una statuetta di un lottatore di pancrazio , statuetta in bronzo raffigurante un lottatore presso il Louvre, dopo essere stato scoperto a Autun, in Saône-et-Loire, reso con particolare verve, con la muscolatura imponente , generata delle lunghe ore dedicate all’allenamento intensivo. La testa appare quindi proporzionalmente piccola rispetto al resto del corpo.
La faccia gonfia, con grandi orecchie staccate, porta i segni di ripetuti combattimenti. L’acconciatura è quella dei lottatori professionisti di origine orientale, i capelli sono placcati e riportati in un unico stoppino sulla parte superiore del cranio. Questo stoppino, chiamato cirro.
Questo calcio, oltre che in fase d’attacco, è molto utile in difesa, dato che si può bloccare l’avversario durante l’esecuzione di un calcio. In questo caso è anche chiamato arresto. Gli chassé possono essere eseguiti anche saltati, oppure effettuando un passo in avanti con la gamba arretrata, che passa dietro alla gamba avanzata: in questo lo chassé diventa incrociato. Un particolare tipo di chassé è quello tornante: il colpo viene eseguito dopo una rotazione sulle punte, e viene portato con la gamba arretrata. Può essere eseguito in risposta ad un fouetté dell’avversario, dopo averlo parato in modo tale da spazzare via la gamba dell’avversario.
Paul Vunak l’ideatore del Progressive Fighting Sistema (PFS)
Le origini di questa disciplina, sono ancora oggi abbastanza oscure si suppone nata secondo alcuni storici nei quartieri più poveri di Parigi secondo altri nel porto di Marsiglia, inizialmente come arte di difesa personale e sviluppatasi nell’aristocrazia francese durante i primi anni dell’ottocento, è divenuta col tempo anche uno sport da combattimento, in francese il termine “savate” significa infatti “ciabatta” e questo nome si riferisce alle ciabatte che i marinai francesi indossavano abitualmente all’epoca della sua nascita.
Per molti storici fu Michel Casseux maestro di armi , detto Pisseux, l’inventore della savate e del bastone da combattimento. Si dice che l’autore Alexandre Dumas fils (1824-95) – figlio di Alexandre Dumas père (che ha scritto “i tre moschettieri”) – e il poeta romantico francese, Théophile Gautier (1811-72), abbiano preso lezioni di tale disciplina.
Nella seconda metà del XVIII secolo, si narra che i marinai di ritorno dall’Oriente, soprattutto dalla Corea del Sud, Vietnam , fossero rimasti affascinati dalle tecniche di piedi delle Arti Marziali.
Nella Savate è fondamentale possedere un’elevata fludità, precisione.
Nella versione di difesa personale , i calci erano bassi e non andavano al di sopra del ginocchio ,le mani rimanevano aperte, i marinai per combattere sul ponte della nave avevano necessità di equilibrio e spesso le disfide a pugno chiuso erano proibite dalla legge , nella versione militare le mani erano impegnate a utilizzare armi, erano previste anche prese e proiezioni.
La Chausson differiva un po ‘da Savate per il fatto che la maggior parte dei calci erano puntati molto più in alto, e le mani erano regolarmente piazzate a terra quando si calciava – non diversamente dalla Capoeira brasiliana. Al contrario, i calci Savate sono stati generalmente bassi, come ci si potrebbe aspettare da uno stile che era nato per la strada. Una cosa che era comune, sia a Savate che a Chausson, era il fatto di indossare scarpe quando si praticava o si combatteva.
Louis Leboucher è uno dei maestri più importanti del XIX secolo in Francia, nel 1843 pubblica il primo Trattato di Canne in 25 lezioni e successivamente nel 1844 il primo trattato di Boxe Française et Anglaise.
Per molti il creatore della Boxe Française fu Charles Lecour che, allievo di Michel detto Pisseux, imparò prima la Savate poi la Boxe inglese e le fuse insieme dando vita appunto alla Boxe Française.
Da menzionare l’opera di diffusione di Luigi Carmine, autore del Trattato di “Box libera” ossia difesa personale nel 1869 Milano, nonchè l’apporto fondamentale del Maestro Italo Manusardi.