Nel BARE KNUCKLE BOXING, è consentito un’ azione di “intrappolamento”, denominata CHANCHERY nel PUGILISM
si suppone che la descrizione di questa tecnica deriva dal nome dato all’organo di giustizia Inglese di equità chiamata appunto “court of chanchery “, ai tempi la più alta corte di giustizia Inglese esistente.
Spesso chi ne subiva il giudizio aveva poche possibilità di uscirne indenne…
La Bareknuckle boxing , “boxe a nocche nude”, è un particolare stile di combattimento da cui deriva la boxe tradizionale.
Bare Knuckle Boxing e Pugilism sono utilizzati spesso come sinonimi per indicare la disciplina del pugilato così com’era pratica tra il 18° e il 19° secolo nel mondo anglosassone. La disciplina, praticata senza alcuna protezione per le mani, in origine comprendeva percussioni con pugni, nocche e avambracci, tecniche di lotta con prese dalla vita in sù, strangolamenti, leve, clinch, sbilanciamenti, sgambetti e proiezioni al suolo. Vi è una probabile ma non chiara discendenza a tra il pugilism anglosassone e il pugilato romano portato dalle truppe imperiali nella conquista della Britannia.
James Figg è considerato il più noto combattente e maestro d’armi e primo campione inglese di pugilato, esperto di combattimento armato e a mano nuda
Lo stile in cui si affrontavano ricordava molto più il pancrazio greco-romano che il moderno pugilato, ed era infatti conosciuta come “Up&Down style” anche la lotta a terra era consentita. Successivamente Jack Broughton sarà il creatore di un primo set di regole a tutela dei combattenti, intodurrà il footwork, continui cambi guardia, al lavoro di busto nelle schivate e allo studio di combinazioni basate su fulminei contrattacchi , il brevilineo atleta riuscirà ad avere la meglio su pugili fisicamente superiori ,con un approccio al combattimento tanto moderno da superare in innovazione anche la manualistica successiva al campione.
Le regole di Queensberry Rules del 1867 promulgate dal Marchese John Douglas renderanno obbligatorio l’uso dei guantoni e proibiranno tutte le prese di lotta andando a mutare profondamente le tecniche di percussione, le difese e le strategie.
Un ottimo libro, di Sam Sheridan, ricco di spunti di riflessione, per tutti coloro che amano le pratiche marziali e le discipline di combattimento, e cercano il senso più profondo della pratica. Come sostiene Sam “Avere un cuore da temerari ha a che fare con il conoscere se stessi e il non avere paura della sconfitta. È così che diventi una versione migliore di te stesso. La nobiltà è una conseguenza di questo atteggiamento.”
Davide Passaretti e Francesco Dal Pino Dojo Ruan Boxing
“Quel potere nei grandi Fighter produce, equilibrio, discernimento , saggezza, persino gentilezza, eccetto che sul ring..” Per quanto non si possano attribuire a tutti i combattenti e praticanti queste considerazioni, poiché non di rado, non pochi, cadono nel lato “più cupo”, non riuscendo ad andare oltre, ebbri di adrenalina, o prigionieri dei condizionamenti sociali ,culturali o in autosabotaggi psicologici, non riescono ad apprezzare il disvelamento,ἀλήθεια , anche se certamente, è vero, per molti, che l’intensa pratica trasformi, plasmando l’individuo tramite la dedizione, l’impegno, la resilienza, la durezza dello confronto e la temperanza.
francescodalpino.org combatsports
Sam racconta che “Quando l’atleta si trova a muoversi in “acqueprofonde” si ritrova a faccia a faccia con la divinità ” forse allude ad un assaggio del non Ordinario, a ciò che è non esplicito, ciò che è misterioso, ineffabile emozione , ciò che resta invisibile e non manifesto nell’ordinarieta’ del quotidiano privo del rischio, dell’ignoto, della sfida, seppur presente in senso metaforico per tutti.
Cecilia Attalla dojo Ruan boxing
“Il mio vecchio professore Gregory Nagy, studioso di storia antica, sosteneva che nell’antichità gli atleti subivano una trasformazione durante le competizioni e perché ciò avvenisse, l’atleta doveva esser unito a qualcosa più grande di lui, di lei.” Come molti maestri insegnano, in un momento inaspettato, giunge la quiete nella caos dello scontro, è il centro dell’uragano, attimo di pura consapevolezza, in cui si è totalmente presenti a se stessi nel “poteredeladesso”
Francesco Dal Pino –Davide Passaretti-Sandro Cardelli DOJO RUAN BOXING
Il pugilato birmano, è una forma di combattimento ancestrale, accompagnata da antichi riti di origine sciamanica (danza rituale,ritmi sonori evocativi da trance ipnotica) assai cruenta Tradizionalmente il combattimento si svolgeva all’interno in un cerchio.
Nei villaggi birmani, ancora nel XXI secolo, questo combattimento ha mantenuto il suo carattere ancestrale.
lethwei
Si combatte colpendo con mani e piedi nudi e perfino con la testa; il suo motto è “tutto il corpo è un’arma”. In questa disciplina, non ci sono vittorie a punti: se i concorrenti non si arrendono nei 5 round di tre minuti ciascuno, il match è nullo.
Per vincere occorre mandare k.o l’avversario.