Asja Heilung

Gá is nurna gangan yng yng pjar
Hang hang gang gang
Hymir ganda skadla hym hym gan
Fold fold Har har
Ou mi galdr maðr áss áss æt
Óm óm gal gal
Fu thork haniast bjamlyr futh fu thork
Futh futh bjam bjam
Hyndla horskr móðr má má kat
Hap hap tak takÁsjá, angan, bjarga
Ást standa ok fár hverfra
Ásjá, anga næ næ næ
Ok þú e er truir truir truirÁsjá, angan, bjarga
Ást standa ok fár hverfra
Ásjá, angan, tjá tjá tjá
Ok þú e er ár ár árÁsjá, angan, bjarga
Ást standa ok fár hverfra
Kann ek galdr at gala
Ønd og heidl sjá er kanÁsjá, angan, bjarga
Ást standa ok fár hverfra
Jafnan sædl órlausn
Friðr, maðr, opt opt optGá is nurna gangan yng yng pjar
Hang hang gang gang
Hymir ganda skadla hym hym gan
Fold fold Har har
Ou mi galdr maðr áss áss æt
Óm óm gal gal
Fu thork haniast bjamlyr futh fu thork
Futh futh bjam bjam
Hyndla horskr móðr má má kat
Hap hap tak takTraduci in italiano


L’officainte Maria Franz narra “Si tratta di amore, recupero e prosperità – e di scacciare il male e accogliere l’amore. 
Contiene una citazione dell’Hávamal, un antico poema islandese. 
Contiene anche molte parole di benedizione che hanno lo scopo di fornire e aiutare l’ascoltatore nei momenti difficili. 
L’inizio della canzone è qualcosa che ho ricevuto in un ritiro dove ho mangiato poco e dove ero tutta sola, dove non ho parlato per un paio di settimane. 
Personalmente credo – e non sono il solo – che troviamo le soluzioni migliori per le nostre sfide quando ci ritiriamo, quando andiamo da soli e ascoltiamo noi stessi”.

Loud speaks the norn, Yngvi walked, Yngvi lovesYou hang hang! Journey journeyHymir enchants, he strikes, he leavesEarth earth, High one high oneOu my spell, man god, divine familySound sound, screaming screamingFu thork haniast bjamlyr, futh fu thorkFuth futh, bjam bjamWise Hyndla, anger is no more, very cheerfulGood luck, good luck to you!Protection, joy, healingThe love stands and the harm goes awayProtection, joy to attain attain attainAnd you believe believe believeProtection, joy, healingThe love stands and the harm goes awayProtection, joy, help help helpAnd you are old old oldProtection, joy, healingThe love stands and the harm goes awayI can chant the spellBreath and health can be seenProtection, joy, healingThe love stands and the harm goes awayAlways a happy solutionPeace, human, often often often





Danza del Sole  Wiwanyag Wachipi

È così facile giudicare e respingere ciò che non capisci.
La maggior parte del mondo crede che la cerimonia indigena sia superstizione e qualcosa che non ha basi scientifiche.
Per gli indigeni del Nord America, tuttavia, questa è la verità della loro realtà.
Lo credono in ogni cellula del loro corpo.
L’umanità si è spostata dal cuore del mondo alla logica della mente, e la loro fede è nel chimico, nel fisico e nel matematico.
La scienza ha dimostrato loro che tutta questa antica credenza nella cerimonia è semplicemente ignoranza…
Eppure l’uomo moderno ha creato, con la sua grande scienza, che è certo la “verità” ultima, un mondo sull’orlo della distruzione totale in meno di duecento anni.
Mentre l’uomo antico, con le sue cerimonie, è riuscito a sostenersi per milioni di anni.
Forse dovremmo considerare questa antica saggezza, almeno per capire, anche con la nostra mente logica, come sia possibile che la cerimonia possa effettivamente creare un mondo in equilibrio.
L’unica ombra proiettata qui è quella del tuo stesso dubbio.

Tutti i miei parenti… Black Eagle

All My Relatives: Exploring Lakota Ontology, Belief, and Ritual

In All My Relatives David C. Posthumus offre la prima storia revisionista della religione e della cultura dei Lakota in una generazione. Applica le intuizioni chiave di quella che è stata chiamata la “svolta ontologica”, in particolare le nozioni duali di interiorità/anima/spirito e fisicità/corpo e una nozione estesa di personalità, come proposta da A. Irving Hallowell e Philippe Descola, che include gli esseri umani così come i non umani. Tutti i miei parenti dimostra come una nuova struttura animista possa collegare e articolare elementi altrimenti disparati e oscuri dell’etnografia Lakota. Spogliato dei suoi problematici elementi evolutivi sociali del diciannovesimo secolo e visto come un’alternativa ontologica o spirituale, questo concetto rivalutato di animismo per una sensibilità del ventunesimo secolo fornisce una lente avvincente attraverso la quale la mitologia, i sogni, le visioni e le cerimonie tradizionali Lakota possono essere analizzato in modo produttivo e compreso più a fondo.

Posthumus esplora il modo in cui le credenze animiste Lakota permeano la comprensione del mondo reale in relazione a fenomeni come la personalità di rocce, fantasmi o spiriti di esseri umani e animali deceduti, fenomeni meteorologici, spiriti familiari o spiriti aiutanti e fasci di medicine. Tutti i miei parenti offre nuove intuizioni sulla cultura tradizionale Lakota per una comprensione più profonda e duratura della cosmologia, dell’ontologia e della religione indigene.

Irriducibile, Tecnologia e Coscienza…. Federico Faggin

“Per anni ho inutilmente cercato di capire come la coscienza potesse sorgere da segnali elettrici o biochimici, e ho constatato che, invariabilmente, i segnali elettrici possono solo produrre altri segnali elettrici o altre conseguenze fisiche come forza o movimento, ma mai sensazioni e sentimenti, che sono qualitativamente diversi… È la coscienza che capisce la situazione e che fa la differenza tra un robot e un essere umano… In una macchina non c’è nessuna ‘pausa di riflessione’ tra i simboli e l’azione, perché il significato dei simboli, il dubbio, e il libero arbitrio esistono solo nella coscienza di un sé, ma non in un meccanismo.”

“Se ci lasciamo convincere da chi ci dice che siamo soltanto il nostro corpo mortale, finiremo col pensare che tutto ciò che esiste abbia origine solo nel mondo fisico. Che senso avrebbero il sapore del vino, il profumo di una rosa e il colore arancione?”.

La coscienza non è algoritmica, siamo enti più vasti di ciò che crediamo

Ogni nuova comprensione è una creazione, ogni nuova decisione libera è una creazione

Dove esiste l’immortalità o anche soltanto la fede in essa, sappiamo che ci sono dei punti in cui nessun potere, nessuna potenza terrestre, per grande che sia, può ghermire, colpire o meno che mai distruggere l’uomo. Il bosco è un santuario. Ernest Jünger

Il Ribelle è il singolo, l’uomo concreto che agisce nel caso concreto. Per sapere che cosa sia giusto, non gli servono teorie, né leggi escogitate da qualche giurista di partito. Il Ribelle attinge alle fonti della moralità ancora non disperse nei canali delle istituzioni. Qui, purché in lui sopravviva qualche purezza, tutto diventa più semplice. 

Solstitium

“Qui sorge una vita nuova, si pone un nuovo inizio, si apre un nuovo ciclo. La «luce della vita», si riaccende. Sorge o nasce dalle acque l’«eroe solare». Di là dall’oscurità e dal gelo mortale viene vissuta una rinascita, una liberazione. Il simbolico albero del mondo e della vita si anima di nuova forza. E’ in relazione a tutti questi significati che già in tempi preistorici anteriori di millenni all’èra volgare una quantità di riti e di feste sacre andarono a celebrate la data del 25 dicembre, come data di nascita o rinascita, nel mondo così come nell’uomo, della forza «solare»”
Julius Evola

Immagine Laurent Grasso Studies into the Past olio su legno

‘Nel mito solare un punto ha però avuta sempre una importanza speciale, fin dalla più alta preistoria, fin dalla stessa “civiltà dei dolmen”; il punto in cui la luce solare sembra tramontare ed estingersi, abbandonare la terra desolata su cui ecco che poi, di nuovo, risplende: è il solstizio d’inverno. Qui appare un simbolo fondamentale: l’ascia.’

Julius Evola


“Nel simbolismo primordiale il segno del sole come “Vita”, “Luce delle Terre”, è anche il segno dell’Uomo. E come nel suo corso annuale il sole muore e rinasce, così anche l’uomo ha il suo “anno”, muore e risorge. Questo stesso significato fu suggerito, nelle origini, dal solstizio d’inverno, a conferirgli il carattere di un “mistero”. In esso la forza solare discende nella “Terra”, nelle “Acque”, nel “Monte” (ciò in cui, nel punto più basso del suo corso, il sole sembra immergersi), per ritrovare nuova vita. Nel suo rialzarsi, il suo segno si confonde con quello de “l’Albero” che sorge (“l’Albero della Vita” la cui radice è nell’abisso), sia “dell’Uomo cosmico” con le “braccia alzate”, simbolo di resurrezione. Con ciò prende anche inizio un nuovo ciclo, “l’anno nuovo”, la “nuova luce”.
Julius Evola
RITO MARZIALE SOLSTIZIALE shootboxing 30 minuti

La realtà si divide in cose soggette al nostro potere cose non soggette al nostro potere… Epitteto manuale

τῶν ὄντων τὰ μέν ἐστιν ἐφ’ ἡμῖν, τὰ δὲ οὐκ ἐφ’ ἡμῖν. ἐφ’ ἡμῖν μὲν ὑπόληψις, ὁρμή, ὄρεξις, ἔκκλισις καὶ ἑνὶ λόγῳ ὅσα ἡμέτερα ἔργα: οὐκ ἐφ’ ἡμῖν δὲ τὸ σῶμα, ἡ κτῆσις, δόξαι, ἀρχαὶ καὶ ἑνὶ λόγῳ ὅσα οὐχ ἡμέτερα ἔργα. 

Sono in nostro potere l’opinione, l’impulso, il desiderio, l’avversione, in breve tutte le nostre azioni.
Non sono invece in nostro potere il corpo, il patrimonio, la reputazione, le cariche pubbliche e, in una parola, tutte le azioni che non sono nostre.
Le cose che sono in nostro potere sono per natura libere, prive di impedimenti e di interferenze, quelle invece al di fuori del nostro potere sono deboli, schiave, piene di ostacoli, estranee.

καὶ τὰ μὲν ἐφ’ ἡμῖν ἐστι φύσει ἐλεύθερα, ἀκώλυτα, ἀπαραπόδιστα, τὰ δὲ οὐκ ἐφ’ ἡμῖν ἀσθενῆ, δοῦλα, κωλυτά, ἀλλότρια. μέμνησο οὖν, [3] ὅτι, ἐὰν τὰ φύσει δοῦλα ἐλεύθερα οἰηθῇς καὶ τὰ ἀλλότρια ἴδια, ἐμποδισθήσῃ, πενθήσεις, ταραχθήσῃ, μέμψῃ καὶ θεοὺς καὶ ἀνθρώπους, ἐὰν δὲ τὸ σὸν μόνον οἰηθῇς σὸν εἶναι, τὸ δὲ ἀλλότριον, ὥσπερ ἐστίν, ἀλλότριον, οὐδείς σε ἀναγκάσει οὐδέποτε, οὐδείς σε κωλύσει, οὐ μέμψῃ οὐδένα, οὐκ ἐγκαλέσεις τινί, ἄκων πράξεις οὐδὲ ἕν, οὐδείς σε βλάψει, ἐχθρὸν οὐχ ἕξεις, οὐδὲ γὰρ βλαβερόν τι πείσῃ.
	
 

 


1. La realtà si divide in cose soggette al nostro potere e cose non soggette al nostro potere. In nostro potere sono il giudizio, l'impulso, il desiderio, l'avversione e, in una parola, ogni attività che sia propriamente nostra; non sono in nostro potere il corpo, il patrimonio, la reputazione, le cariche pubbliche e, in una parola, ogni attività che non sia nostra. [2] E ciò che rientra in nostro potere è per natura libero, immune da inibizioni, ostacoli, mentre quanto non vi rientra è debole, schiavo, coercibile, estraneo. [3] Ricorda, allora, che se considererai libere le cose che per natura sono schiave, e tuo personale ciò che è estraneo, sarai impedito, soffrirai, sarai turbato, ti lamenterai degli dèi e degli uomini; se invece riterrai tuo solo ciò che è tuo, ed estraneo, come in effetti è, ciò che è estraneo, nessuno ti potrà mai coartare, nessuno ti impedirà, non ti lamenterai di nessuno, non accuserai nessuno, non ci sarà cosa che dovrai compiere contro voglia, nessuno ti danneggerà, non avrai nemici, perché non potrai patire alcun danno. [4] Ora, se aspiri a così alta condizione, ricorda che non basta uno sforzo modesto per raggiungerla, ma ci sono cose che devi definitivamente abbandonare, altre che per il momento devi differire. Mentre se desideri averle, e in più desideri cariche pubbliche e ricchezze, probabilmente, per il fatto stesso di ambire alle prime, non otterrai neppure le seconde: in ogni caso, fallirai gli unici presupposti che consentano libertà e felicità. [5] Quindi esercitati fin d'ora a dire a ogni rappresentazione che ti colpisca per la sua asprezza: «sei soltanto una rappresentazione, non sei affatto ciò che sembri in apparenza». Poi analizzala e sottoponila alla valutazione degli strumenti in tuo possesso, accertando - il primo e il più importante esame - se essa sia relativa a cose che ricadono in nostro potere ovvero a quelle che non vi rientrano; e in questo secondo caso abbi già pronta la conclusione: «per me non è nulla».

 



 


 ANGELO POLIZIANO

Versione latina del «Manuale»

 
EPICTETI STOICI ENCHIRIDION AB ANGELO POLITIANO E GRAECO VERSUM

 
I. QUAE IN NOBIS SINT QUAEVE NON, QUALIAVE QUAEQUE SINT.

[1, 1] Eorum quae sunt partim in nobis est, partim non est. In nobis est opinio, conatus, appetitus, declinatio et, ut uno dicam verbo, quaecunque nostra sunt opera. Non sunt in nobis corpus, possessio, gloria, principatus et uno verbo quaecunque nostra opera non sunt. [1, 2] Quae igitur in nobis sunt, natura sunt libera, nec quae prohiberi impedirive possint. Quae in nobis non sunt, ea imbecilla, serva, et quae prohiberi possint, atque aliena.

II. QUID EX EORUM QUAE NOSTRA QUAEQUE ALIENA SINT IGNORATIONE NOTITIAQUE EVENIAT.

[1, 3] Si quae natura sunt libera serva putabis et aliena quae sunt propria, impedieris, dolebis, turbaberis, incusabis deos atque homines. Si vero, quod tuum est, id solum tuum esse putabis, et alienum quod re vera est alienum, nemo te coget unquam, nemo prohibebit, neminem culpabis, neminem accusabis, invitus nihil ages, nemo te laedet, inimicum non habebis.

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