Si narra che alcuni maestri di arti marziali fossero assidui frequentatori del Kurama Yama 鞍馬山….un monte che le leggende vogliono gremito dagli irascibili 天狗 tengu . qui dimorava Sojobo 僧正坊, il loro re, che addestrò il noto bushi Minamoto no Yoshitsune 源 義経 Qui il mitologico Morihei Ueshiba addestrava i suoi migliori allievi con allenamenti notturni in cui brandiva…
«Il tempo è un bambino – giocando come un bambino – giocando un gioco da tavolo – il regno del bambino. Questo è Telesforo, che percorre le regioni oscure di questo cosmo e si illumina come una stella fuori dalle profondità. Lui punta la strada alle porte del sole e alla terra dei sogni”
“Il tempo è un bambino che gioca, gioca d’azzardo, il fanciullo è il re”
Eraclito.
“Egli indica la strada alle porte del sole e nella terra dei sogni” è una citazione dell’Odissea Si riferisce a Ermes, lo psicopompo, che porta via gli spiriti degli spasimanti caduti.
Sulla facciata principale (la pietra è cubica) della famosa Pietra di Bollingen da Jung scolpita nel 1950, nella sua residenza estiva nota come la Torre di Bollingen.
Nella struttura naturale della pietra, vidi un piccolo cerchio, una specie di occhio che mi guardava. Lo scolpii nella pietra e nel centro vi feci un piccolo homunculus”.
La figura centrale è Homunculus-Mercurio-Telesforo, che indossa un mantello con cappuccio e porta una lanterna. Egli è circondato da un Mandala Quaternario di significato alchemico, con il quarto superiore dedicato a Saturno, il quarto inferiore a Marte, il quarto di sinistra al Sole-Giove (“maschio”) e il quarto di destra alla Luna-Venere (“femmina”) .
” Fin dal principio sentii la Torre come un luogo, in un certo senso, di maturazione, un grembo materno o una figura materna nella quale potessi diventare ciò che fui, sono e sarò.”
(C. G. Jung, ‘Ricordi, sogni, riflessioni’)
levandus sum e profundo ad instar piscis…
“Orphanus sum, solus tamen ubique reperior, unus sum sed mihi contrarius, iuvenis et senex simul, nec patrem nec matrem novi, quia levandus sum e profundo ad instar piscis, seu delabor a coelo quasi calculus albus, nemoribus montibusque inerro, in penitissimo autem hominem delitesco, mortalis in unumquodque caput, non tamen tangor temporum mutatione.”
«Sono un orfano, solo; tuttavia sono stato trovato ovunque. Io sono uno, ma sono contrario a me stesso. Io sono gioventù e vecchio allo stesso tempo. Non ho conosciuto né padre né madre, perché ho dovuto essere estratto dal profondo come un pesce, o caduto come una pietra bianca dal cielo. Nei boschi e nelle montagne vagabondo, ma sono nascosto nell’anima più intima dell’uomo. Sono mortale per tutti, ma non sono toccato dal ciclo degli eoni.”
Un lato contiene una citazione presa dal Rosarium philosophorum:
“Rosario dei filosofi”, è un testo alchemico del XIII secolo, tradizionalmente attribuito ad Arnaldo da Villanova (1235-1315), forse di autore anonimo della fine del XIV secolo
«Hic lapis exilis extat, pretio quoque vilis, spernitur a stultis, amatur plus ab edoctis»
«Qui si trova la media, scomoda pietra del filosofo, di prezzo molto economica. Più è disprezzata dagli sciocchi, più amata dai saggi.»
La meta-comunicazione senza meditazione è l’arte della truffa
La meditazione senza magia è sterile
La magia senza meditazione è follia
La magia senza meta-comunicazione è superstizione
La meditazione senza meta-comunicazione è una fuga dal mondo
La meta-comunicazione senza magia è una formula vuota
Ad un livello di coscienza cosiddetta ordinaria, noi possiamo conoscere solo ciò che già conosciamo. Noi pensiamo per lo più pensieri non nostri, non autogeni ma indotti dalla cultura dominante o dalla sottocultura a cui aderiamo in cui siamo immersi.
Tutto ciò che “accade” dunque viene filtrato dai pensieri: troviamo sempre il modo di rendere il mondo conforme ad essi, ovvero a ciò che conosciamo, al nostro “modello di realtà” (la nostra mappa)….
Fabrizio Ponzetta ( L’intuizione Illuminata)
confer Metacomunicazione con ipnosi/autoipnosi PNL, ipnosi ericksoniana, grammatica trasformazionale
“Magia” (Dal gr. mageía ‘dottrina dei magi persiani; arte magica, incantesimo)
è una parola dagli innumerevoli significati.
Spesso ci si riferisce con magia a certe facoltà extra-ordinarie, come la capacità di vedere e pre-vedere al di la’ dello spazio e del tempo (un accesso al vasto campo dell’inconscio collettivo, già ampiamente teorizzato da C.G. Jung, e oggi approfondito da molti studi anche su basi scientifiche, come La mente estesa di R. Sheldrake).
Fenomeni come la telepatia e l’“entanglement” ne sono un tipico esempio; ognuno di noi in potenza può sviluppare simili facoltà, ma in molte persone sono una dote innata già sviluppata.
Altre volte con magia ci si riferisce a quei professionisti della (meta)comunicazione, che con tecniche ipnotiche e risorse intuitive sono in grado di trasformare le vite delle persone.
note:
In Grecia fu Erodoto a generare il termine “mago” per indicare un sacerdote di una tribù della Persia antica.
Dal IV secolo a.C. il vocabolo mageia Μαγεία cominciò ad essere utilizzato per indicare un insieme di dottrine nate dalla commistione di tradizioni arcaiche e le pratiche rituali ereditate dai Persiani.
Fu comunque nella koinè culturale ellenistica che ebbe luogo quella fusione dei riti magici con elementi astrologici e alchimistici, che sarà alla base di tutta la speculazione magica dei secoli successivi.