L’arte dell’impossibile Steven Kotler
”Per quanto ne sò più faticoso che sopportare il carico emozionale del perseguire la vera eccellenza è solo il peso emozionale del non perseguire la vera eccellenza….. più ricco di significato non vuol dire più piacevole.’
Steven Kotler
''Nessuna pressione, nessun Diamante ''
Thomas Carlyle
Un testo molto interessante, per chi sia interessato ad accedere alla maestria in un arte o in una disciplina, narra dei passaggi rigorosi per accedere ad un percorso metodico, secondo l’autore, per giungere al flow.
Un analisi metodica di procedure sistemiche quotidiane, basate su un estremo pragmatismo, che spaziano, nelle tematiche più diffuse nell’ambito della motivazione e nella crescita personale, fino ad arrivare al biohacking, tentativo di modificare il proprio stile di vita, attraverso l’utilizzo di diversi metodi che possano in qualche modo, “hackerare” la biologia del proprio corpo per migliorarsi e sentirsi meglio con se stessi sotto ogni profilo, fisico e mentale.
Kotler tenta di ”decodificare” la motivazione, considerando l’impossibile una forma di ”innovazione estrema” , tale percorso si sviluppa da ciò, che è misurabile:
la biologia, dato che la personalità di un individuo è del tutto individuale, e non è misurabile
(fattori genetico, ambientali)
L’intento è proporre una formula, simile alla scienza informatica, l’algoritmo, sequenza di passi per chiunque voglia ottenere risultati coerenti.
Di fatti il linguaggio utilizzato dall’autore sarà improntato ad una terminologia cognitivistico/informatica, con la quale affronterà la questione delle spinte comportamentali, estrinseche ed intrinseche:
Denaro, fama, sesso, curiosità, passione, significato, scopo.
Maestria, autonomia, in relazione alla neurochimica della ricompensa.
La metodica copre ogni singolo passaggio individuando l’equipaggiamento necessario per giungere ad attuare i propri obbiettivi, quando essi saranno identificati con chiarezza, tramite, idonei fattori come la grinta per ottenere una prestazione di eccellenza , peak performance espressa in tutte le sue sfaccettature dalla forza di volontà al mindset, sino alla passione, il self talking, il dialogo interiore, la gratitudine, la mindfulness, per finire con la paura, come elemento motivatore, come sfida da affrontare e non minaccia da evitare
La seconda parte del libro è dedicata all’apprendimento, la mentalità di crescita, i filtri di verità, passando al metodo per imparare ad acquisire nuove competenze, l’intelligenza emotiva, la creatività, e l’hackeraggio della creatività, come far lavorare la neurobiologia a nostro vantaggio anzichè contro di noi, il tempo e il Flow creativo.
L’analisi rigorosa sfocia nella ricerca della creatività,
” una competenza invisibile nascosta all’interno della nostra abilità più antica: la capacità di esplorare e di mettere in atto piani d’azione…”
”essere disposti a correre rischi.. la creatività è sempre un po’ pericolosa.. ma è sostenuta dalla
“passione” del fare, o dal ”piacere” dalla pratica quotidiana’‘
”l’allenamento è la chiave”:
gratitudine, esercizio fisico, mindfulness, giusto sonno.
Diciamo che la lunga serie metodologica, in sintesi, si risolve in un’operatività ampliamente nota agli appassionati di motivazione, che possono trovare in molti autori, tali temi, proposti ,già, molti anni or sono, anche nell’ambito della criticata, in quanto ”non scientifica” new age.
Anche se la rilevanza delle reazioni neurofisiologiche, talvolta, in chiave un pò riduzionista, sembra escludere l’intuito situazionale non riducibile a schemi e protocolli, insomma pur parlando di entusiasmo , c’è poco di approccio ”poetico” o se si vuole poco emisfero destro e molto sinistro, c’è un insistenza sul fatto biologico pur chiamando in causa il flow, come ” uno stato di coscienza in cui ci sentiamo al meglio e diamo il meglio di noi”, come ben formulato da Mihaly Csikszentmihalyi, indubbiamente l’autore , nella sua ottima esposizione, assolutamente consigliabile , delinea un processo programmatico per giungere alla prestazione massima , abbracciando, prevalentemente il pensiero di William James, come molti altri autori, considera gli essere umani , prevalentemente, come”macchine di abitudini”.
Kotler, nel capitolo la scienza del flow, si lancia in un elaborazione seducente ma assai discutibile sugli accostamenti , tra la ”filosofia della prestazione d’eccellenza” nella sua espressione massima di flusso, e il concetto di ‘Übermensch di Nietzsche, tralasciando la poca simpatia del filosofo tedesco nei riguardi dell’evoluzionismo e del positivismo, connette al darwinismo la ”volontà di potenza” come battaglia di realizzazione del sè, dando per scontato una visione assai contrastante tra forza primordiale non riducibile a rigidi schemi razionalistici, probabilmente per Nietzsche la lotta per la volontà di potenza non è adattamento della specie migliore ma rifiuto eroico o titanismo romantico.
Riduzionismo : il comportamento di un sistema complesso può essere completamente descritto come somma dei componenti di tutte le parti
Su cosa sia Coscienza il dibattito è assai ampio ed aperto, ci piace di più ,come sostiene Federico Faggin’ ritenere la coscienza ‘ una dimensione «privata non riducibile ad algoritmi», pensare che sia la capacità di conoscere attraverso un esperienza fatta di qualia, , cioè mediante la sensazione e i sentimenti che portano il significato di ciò che si conosce.”
Confer I qualia plurale neutro latino di qualis, qualità, attributo, modo sono, nella filosofia della mente, gli aspetti qualitativi delle esperienze coscienti. Ogni esperienza cosciente ha una sensazione qualitativa diversa da un’altra.
Ad esempio, l’esperienza che proviamo annusare una rosa è qualitativamente diversa da quella che cogliamo quando contempliamo La Gioconda di Leonardo. I qualia sono estremamente specifici e caratterizzano essenzialmente le singole esperienze coscienti.