Una speciale tradizione esterna alle scritture 教外別傳 Non dipendente dalle parole e dalle lettere 不立文字 Che punta direttamente alla mente-cuore dell’uomo 直指人心 Che vede dentro la propria natura e raggiunge la buddhità 見性成佛
Minamoto no Tametomo è noto nelle cronache epiche come un potente arciere, per la sua forza e talento nel tiro con l’arco divenne una leggenda.
Nel dipinto di Hokusai Tametomo si rifugia sull’isola dei demoni Onigashima, dove i demoni cercano inutilmente di misurarsi con lui nel tentativo di tendere il suo arco, nonostante siano contemporaneamente in tre a tentare, falliscono, mentre un quarto demone osserva con ghigno ironico, lui resta seduto ad aspettare che l’impeto di quelle entità si smorzi.
Si narra che alcuni maestri di arti marziali fossero assidui frequentatori del Kurama Yama 鞍馬山….un monte che le leggende vogliono gremito dagli irascibili 天狗 tengu . qui dimorava Sojobo 僧正坊, il loro re, che addestrò il noto bushi Minamoto no Yoshitsune 源 義経 Qui il mitologico Morihei Ueshiba addestrava i suoi migliori allievi con allenamenti notturni in cui brandiva…
ANPUKU 按腹. Il trattamento dell’addome (Fuku) è storicamente una delle specializzazioni giapponesi nel campo del trattamento.
Dato il principio per cui una pratica medica è tanto più evoluta quanto meno tocca ed invade il corpo del ricevente, l’Anpuku rientra tra i sistemi di livello “Kengyo”, di alto rango, con azione concentrata sul centro vitale (Hara) e sul riequilibrio degli Zo-Fu (organi–visceri). Tale modalità di intervento – soprattutto preventivo ed in parte applicabile in automassaggio – fu a lungo prerogativa delle caste nobiliari e samurai fino alla prima codifica “pubblica” redatta da Ota Shinsai intorno al 1830.
Anpuku按腹: tecnica di pressione sul ventre che, essendo presente fra i metodi manuali riportati dal Nei Jing Su Wen, è stata particolarmente sviluppata in Giappone nello Shiatsu, e nella quale si procede simultaneamente alla diagnostica ed al trattamento.
An按 [àn], letteralmente: “mantenere tranquillamente le mani”
(cfr. Anatsu: tecnica di pressione stabile e continua e, perciò, profonda, fondamentale nello Shiatsu). Ideogramma composto di tre parti:
扌 il carattere il sinistra ha una grafia derivata dal pittogramma 手 che rappresenta la mano;
宀 il carattere superiore della parte destra deriva dal pittogramma che rappresenta il tetto o una casa;
女 il carattere inferiore è l’ideogramma di “donna”;
安 l’insieme della parte destra ha dunque il significato di “situazione di una donna tranquillamente installata nella sua casa”, traducendo una situazione di tranquillità e stabilità.
Dunque, il significato d’insieme di An è “mantenere la mano stabile e tranquilla”. Puku (o Fuku o Hara) 腹 [fù]: “ventre”. Ideogramma in cui:
la parte sinistra 月 è un carattere derivato dal pittogramma che che simbolizza “un pezzo di carne” e, più in generale, della carne, carattere che è entrato nella composizione della maggior parte degli ideogrammi rappresentanti una parte del corpo;
la parte destra 复 significa “coprire” o “avvolgere”;
il significato letterale di Puku è dunque: “carne che ricopre ed avvolge gli organi interni”.
Confer (Shizuto Masunaga – Shiatsu et Medicine Orientale, pag. 419, 420, 428)
Il Dan tian (cinese: Dāntián 丹田; giapponese: Tanden 丹田; coreano: 단전 DanJeon 丹田; tailandese Dantian ตันเถียน) letteralmente significa “campo tian di cinabro dan”
E’ un elemento rilevante nell’Alchimia Interiore del taoismo, nelle tecniche meditative interne di origine cinesi, nelle arti marziali orientali.
Nella Medicina tradizionale cinese, si suppone sia il luogo nel corpo dove il chi /qi, 氣viene conservato, accumulato e dal quale poi si irradia nei diversi meridiani del corpo.
Monte Fuji富士山Fuji-san è un vulcano alto 3.776 m ed è la montagna più alta del Giappone.日本国 Nihon-koku considerato una delle “tre montagne sacre” 三霊山Sanreizan del Paese Secondo
Gli shintoisti considerano doveroso almeno un pellegrinaggio sulle sue pendici nella vita.
In onore a quelle parti di credenze che abbiamo appreso dal simbolismo Giapponese
«Una speciale tradizione esterna alle scritture (教外別傳) Non dipendente dalle parole e dalle lettere (不立文字) Che punta direttamente alla mente-cuore dell’uomo (直指人心) Che vede dentro la propria natura e raggiunge la buddhità (見性成佛)»
”L’eresia che Laotzu 老子 incarnò nei confronti del confucianesimo e l’eresia che Buddha fu nella tradizione induista per noi rappresenta l‘eresia della non-mente nei confronti della mente..”
Fabrizio Ponzetta
Un’attenta ricostruzione storica sulle origini dello Zen , non priva di scorribande nell’antropologia e nella filosofia, che infine si abbandona al nonsense di cui sta trattando. Storiografia, leggende e aneddoti riguardanti i protagonisti delle origini Ch’an-Zen, che ereticamente sfidarono il taoismo ed il buddismo, incarnandone, però, gli insegnamenti originari, anti-dottrinari e anti-dogmatici.
‘‘come apparirà evidente al lettore il termine eresia ,per noi, più che una manifestazione dell’anti-tradizione acquista significato di un ritorno alla sorgente…”
”La metafora usata dal Buddha per cui la dottrina è una zatterada abbandonare una volta giunti sull’altra sponda (la sponda del nirvana ) passò in secondo piano in favore di un accurato studio della dottrina, cosi come nel Tao l’arte di vivere seguendo il corso delle cose ,senza opporvisi, senza cercare di cambiare ‘‘ciò che è”, per i taoisti diventa la pratica di arti magiche, arti che per definizioni stessa sono atte a cambiare il corso delle cose a favore di egoistici desideri…”
Fabrizio Ponzetta, saggista, è ricercatore nell’ambito della storia delle religioni.
NOTE
Zen è la pronuncia nipponica del carattere cinese 禅 in cinese pinyin viene indicato come Chán o in Wade-Giles Ch’an, arcaico o medio dian, proveniente dal termine sanscrito dhyāna ध्यान “visione” che nell’insegnamento del Buddha indicava i graduali stati di coscienza caratterizzati da profonda comprensione che scaturiscono dall’esercizio del samādhi, समाधि, la concentrazione meditativa.
NIRVANA devanāgarī: निर्वाण, pāli: निब्बान nibbāna, cinese: 湼槃, nièpán, coreano: 열반, 涅槃, yeolban, yŏlban, giapponese: 涅槃 nehan
da nir + va, cessazione del soffio, estinzione
Il Tao 道, Dào, letteralmente la Via o il Sentiero, traccaire un cammino, condurre, connnettere, corso d’acqua o condotta, via da seguire, principio guida ,norma, dottrina, seguire una dottrina .essere adepto di una disciplina, Il Dao, la Via modo di procedere, arte, metodo, opera magica o tecnica, potere dell’individuo del mago o del re, potere dell’indovino, reggente, governatore, discorso, dire, insegnare, parlare, spiegare, esprimere, comunicare, sapere, essere consapevole.
confer Voce del Dictionnaire Ricci de caracteres chinois Istituts Ricci
Samādhi (devanāgarī: समाधि, lett. “mettere insieme”, “unire con”) è un sostantivo maschile sanscrito proprio delle culture religiose buddhista e induista che definisce l’unione del meditante con l’oggetto della meditazione.
«I significati della parola samādhi sono: unione totalità; assorbimento in, concentrazione totale dello spirito; congiunzione. La parola viene generalmente tradotta con “concentrazione”; in questo caso, però si corre il rischio di confonderlo con la dhārānā. Per questo abbiamo preferito tradurla con “en-stasi”, stasi, congiunzione
Mircea Eliade
Mircea Eliade mette in rilievo che se il samādhi è considerato una esperienza “indescrivibile” esso non è comunque univalente e viene indicato come
«Lo stato contemplativo in cui il pensiero afferra immediatamente la forma dell’oggetto senza l’aiuto delle categorie e dell’immaginazione (kalpaṇā); stato in cui l’oggetto si rivela “in sé stesso” (svarūpa). in ciò che ha di essenziale e come se “fosse vuoto di sé stesso”
arthamātranirbhāsaṃ svarūpaçūnyamiva in Yogasūtra, III,3
Nel samādhi ha luogo la “rottura di livello” che l’India cerca di realizzare e che è il passaggio paradossale dall’essere al conoscere. Questa esperienza sovrarazionale, nella quale il reale è dominato e assimilato alla conoscenza, conduce infine alla fusione di tutte le modalità dell’essere.»
(Mircea Eliade, Lo Yoga. Immortalità e libertà, Op. cit.; p. 89)
Lo Yoga Sūtra di Patañjali in devanagari योगसूत्र ‘aforismi sullo Yoga’ è un testo filosofico.
Il nurikabe 塗 り 壁 o 塗 壁 è uno Yōkai妖怪 , “fantasma”; “strana apparizione” sono una classe di mostri ,spiriti e demoni soprannaturali nel folclore giapponese 民間伝承 minkan denshō, letteralmente “comunicazione tra la gente” è una parte fondamentale ed integrante della civiltà giapponese.
Il suo nome si traduce in “muro di gesso” e si dice che si manifesti come un muro invisibile che impedisce o trascura i viaggiatori che camminano di notte.
A volte indicato in inglese come “The Wall” o “Mr. Wall”, questo yōkai è descritto come piuttosto alto, per impedire alle persone di arrampicarsi su di esso, e abbastanza largo da smorzare qualsiasi tentativo di aggirarlo, sbarrano la strada alle loro vittime, spingendole a credere di essersi perse. Spesso si divertono a tormentare un essere umano fino a portarlo alla disperazione. È difficile riconoscerli, poiché possono diventare invisibili quando sono in pericolo.
Molte possono essere le interpretazioni del simbolismo REIKI 靈氣 poichè esistono differenti stratificazioni filosofiche e culturali, e molteplici visioni esperienziali e non pochi dissidi tra scuole differenti.
Notevole scoglio interpretativo è indubbiamente la trascrizione dei fonemi ,dall’origine di un concetto-semantico alla traslitterazione, come per esempio per ciò che concerne la traslitterazione fonetica dai kanji 漢字 ai Kana termine generico per indicare i due sillabari fonetici giapponesi hiragana (平仮名) e katakana(片仮名). Si svilupparono dagli ideogrammi di origine cinese conosciuti in Giappone con il nome di kanji (漢字, pronuncia cinese “hanzi”), in alternativa o in aggiunta a questi; la parola kana significa “carattere prestato”, perché derivato dal kanji. L’invenzione dei kana è tradizionalmente attribuita a Kūkai, monaco buddista vissuto tra l’ottavo e il nono secolo d.C.空海), ricordato dopo la sua morte anche con il titolo onorifico di Kōbō-Daishi (弘法大師) (774 – 835) artista, fondatore in Giappone della scuola buddista Shingon 真言( dal cinese “vera parola”, traduzione del sanscrito mantra) una delle principale scuole Mikkyo 密教 (traduzione Insegnamenti segreti) buddhismo esoterico/segreto gli insegnamenti segreti possono essere rivelati unicamente a iniziati. La raccolta di insegnamenti e pratiche che alla fine divennero noti come Mikkyo ebbe i suoi primi inizi nelle tradizioni esoteriche dell’India e della Cina ,Tibet, include pratiche sciamaniche, meditative, riti e mantra, sutra e formule tantriche magico-religiose jumon呪文 e molto altro.
Confer
Mantra devanāgarī: मन्त्र che indica, nel suo significato proprio, il “veicolo o strumento del pensiero o del pensare”, ovvero una “espressione sacra” e corrisponde ad un verso del Veda, ad una formula sacra indirizzata ad un deva, ad una formula mistica o magica, ad una preghiera, ad un canto sacro o a una pratica meditativa e religiosa. La nozione di mantra ha origine dalle credenze religiose dell’India ed è proprio delle culture religiose che vanno sotto il nome di Vedismo, Brahmanesimo, Buddhismo, Giainismo, Induismo e Sikhismo.
Seiheiki 聖平氣
聖 sei ( hiragana せ い , rōmaji sei )
santo, sacro
平 気 (氣) heiki Hiragana へいき
calma
‘‘una possibile interpretazione ”spirito imperturbabile” condizione che la pratica Reiki induce favorendo la chiarezza di visione” Giuseppe Perteghella
透過溫柔的雙手自己與親愛之人
Abbi cura di te e delle persone care con le manigentili
Sono presenti altre interpretazioni formalmente molto diverse come quella proposta da Di Nicholas Pearson ed altri in cui si pone l’accento sulla correzione di comportamenti ”inadeguati” tramite un mantra o un kototama evocativo.
confer Reiki Ryoho: Manuale di Shoden e Okuden Di Nicholas Pearson
Si suppone che nella simbologia靈氣 Il bijia ह्रीः hrih, associato sia ad Amitabha (Amida) che ad Avalokiteshvara (Kannon) indichi la completezza derivante dall’unione di Saggezza e Compassione, che conduce alla Corretta Azione.
Le sei sillabe del mantra Oṃ Maṇi Padme Hūṃ nei caratteri della lingua tibetana posti come petali di un fiore di loto. I colori corrispondenti hanno dei profondi significati religiosi. Al centro del fiore è posta la sillaba Hrīḥ sillaba della compassione.
ཨོཾ་མ་ཎི་པ་དྨེ་ཧཱུྃ
Oṃ Maṇi Padme Hūṃ è strettamente relazionato alla figura del bodhisattva della compassione Avalokiteśvara (cinese Guānyīn, giapponese Kannon, tibetano Chenrezig).
Questo mantra è formato da una sequenza di sei sillabe sacre (tib. ཡིག་དྲུག་, yig drug) che vengono pronunciate dal praticante, profondamente concentrato sull’essenza del bodhisattva che sta per invocare. Queste sei sillabe sono accompagnate ad una settima, Hrīḥ, sillaba della compassione.
Il suo significato è fortemente simbolico al di là della sua traduzione letterale e viene raccomandato in tutte le situazioni di pericolo o di sofferenza, o per aiutare gli altri esseri senzienti in condizioni di sofferenza.
Amitābha Buddha sanscrito Amitābhaḥ (अमिताभ), letteralmente Luce ābhā senza fine amita Amitābha è un Buddha che possiede infiniti meriti in virtù delle numerose buone azioni compiute durante le sue innumerevoli vite come bodhisattva (è quindi un Buddha completo, come il Gautama Buddha); ormai da tempo al di fuori del saṃsāra, vive nella “Pura Terra” (sanscrito Sukhāvatī, cinese 净土 pinyin Jìngtŭ) che si trova oltre l’Occidente, al di là dei confini di questo mondo. Grazie alla forza dei Voti da lui giurati quando era un bodhisattva, Amitābha conserva la possibilità di far rinascere coloro che lo invocano in questo Paradiso Occidentale, dove possono studiare il Dharma sotto la sua guida e quindi diventare bodhisattva e poi Buddha a loro volta, scopo finale di ogni anima nel buddhismo Mahāyāna.