L’iscrizione più antica in assoluto che menziona il nome di Odino, dio della guerra, e di conseguenza retrodata le prime attestazioni relative al culto della principale divinità della mitologia norrena all’inizio del V secolo, ben un secolo e mezzo prima rispetto a quanto ritenuto finora.
Il bratteato d’oro con l’iscrizione di Odino. Foto: Arnold Mikkelsen, Museo Nazionale di Danimarca.
Quando un Samurai esprime l’intenzione di compiere un’azione, questa è praticamente già compiuta, nulla gli impedirà di portare a termine l’intenzione espressa. Egli non ha bisogno né di “dare la parola” né di promettere. Parlare e agire sono la medesima cosa.
Itaque hoc quod apud Pomponium legi animo mandabitur:
‘quidam adeo in latebras refugerunt ut putent in turbido esse quidquid in luce est’.
Inter se ista miscenda sunt: et quiescenti agendum et agenti quiescendum est. Cum rerum natura delibera: illa dicet tibi et diem fecisse se et noctem.
Vale.
Ti verrà affidata questa frase che ho letto in Pomponio:
“Vi son quelli che tanto rifuggono sotterra che ritengono tempesta tutto ciò che sta sotto il sole”.
Bisogna saper conciliare queste due tendenze, che il flemmatico prenda iniziative
e che chi è sempre in attività sappia apprezzare la quiete.
Consigliati con la natura, ti dirà di aver creato sia il giorno sia la notte. Sta’ bene.
("vi è chi vive così chiuso nel suo guscio da vedere un oscuro pericolo in tutto ciò che sta alla luce del sole" Occorre saper conciliare le due condizioni di vita l'uomo che vive nella quiete sia più operoso e l'uomo d'azione trovi il tempo per riposare. Tu segui l'esempio che ti da madre natura essa ha fatto sia il giorno che la notte.)
Ad Lucilium, III
Così ciò che ho letto in Pomponio sarà mandato a mente: «Certi a tal punto sono rifuggiti nei nascondigli, che credono sia nel torbido tutto ciò che è nella luce». Devono essere mescolate tra loro queste (cose): e da chi riposa si deve agire, e da chi agisce si deve riposare. Delibera con la natura: lei ti dirà che ha fatto e il giorno e la notte.
”il misurare se stessi in una speciale contemplazione della morte, vivere ogni giorno in un presente, come se fosse l’ultimo giorno , la direzione da imprimere al proprio essere come una forza magnetica che potrà anche non manifestarsi in questa esistenza con la rottura completa di livello ontologico propria alla ”iniziazione” ma che non mancherà di scattare al momento giusto, per portare oltre”
La natura ha dato all’uomo forza sufficiente perché ne facciamo uso, a patto che chiamiamo a raccolta le nostre forze e le muoviamo tutte in nostro favore, non contro di noi. Il vero motivo è la mancanza di volontà, l’impossibilità è un pretesto.
Confer SENECA EPISTULAE MORALES AD LUCILIUM (LIBRO 19 PAR. 116) Lucius Annaeus Seneca
Nulla due sine linea Detto della Tradizione greco romana Nessun giorno senza un tratto Poiché la soglia è sempre vicina la prima è la fine dell’azione, la seconda è la fine di questa esperienza chiamata vita La pratica è la vivificazione del fiume carsico della Tradizione, dell’eterno ritorno vivente in una ierofania cangiante degli Archetipi
Sin dagli albori più ancestrali i cacciatori raccoglitori, guerrieri tentarono di impossessarsi di una “speciale forza esclusiva” mattr,megin might,Macht, Furor, Freg, Wut,lyssa Λύσσα menos μένος,manteia μαντεία…. forse in queste antiche pratiche si cela un insegnamento eterno…