Nella weltanschauung del mondo greco era un fenomeno di incontro con il metafisico esperito tramite un rito magico con cui si entrava in contatto con le anime dei morti per chiedere loro auspici e presagi per il futuro
La parola è usata per indicare tradizionalmente il libro XI dell’Odissea, in cui si narra l’episodio dell’evocazione dell’indovino Tiresia, compiuta da Ulisse prima di discendere nel regno dei morti; per analogia, nel VI dell’Eneide, che, riprendendo il tema omerico,si narra la discesa di Enea nel Averno per consultare, con la scorta della Sibilla cumana, il padre Anchise.
Eracle intraprende una Catabasi καταβασις, un viaggio verso gli Inferi,Ovidio nelle Metamorfosi , narra della καταβασις di Orfeo.
Jung narra del “viaggio notturno sul mare, la discesa nell’ombelico del Mostro viaggio all’inferno” e della καταβασις catabasi ,discesa nel mondo inferiore, in modo quasi interscambiabile, metafore per “una discesa nei caldi, oscuri orizzonti dell’inconscio, un viaggio verso l’inferno e la morte”, νέκυια, deriva di νέκυς, forma arcaico di νεκρός ”morto”.In molti culti e pratiche è necessario che l’iniziato venga metaforicamente smembrato, ucciso per tornare alla Vita, come nel viaggio sciamanico.
Jung cominciò a sperimentare intenzionalmente vari stati di coscienza alterata provocando consapevolmente i propri incontri con figure numinose.
Un giorno meditando sulle sue paure”poi mi abbandonai. Improvvisamente fu come se il terreo sprofondasse, nel vero senso della parola, sotto i miei piedi e precipitassi in una profondità oscura”