Nam myōhō renge kyō 南無妙法蓮華経

Il preciso significato dei termini, la loro esatta pronuncia e il loro peso nella pratica del culto, differiscono a seconda delle varie scuole derivate da questa tradizione.


Saddharmapuṇḍarīka-sūtra (devanāgarī: सद्धर्मपुण्डरीकसूत्र) “Sutra del Loto della Legge meravigliosa” mantra di invocazione “Sutra del Loto della Legge Mistica’ in cinese Nánwú miàofǎ liánhuā jīng
Si dice che la pratica della recitazione di Nam myōhō renge kyō (si avviò in epoca Tang in Cina presso la scuola Tiantai,  durante il patriarcato di Zhànrán (湛然, 711-782) e fu diffusa in Giappone dal monaco giapponese Nichiren (日蓮, 1222-1282) nel 1253.
Secondo  Nichiren  la recitazione costante di questa invocazione consente a ciascun essere umano di raggiungere la propria natura illuminata.
Il monaco giapponese Kūkai (空海, 774-835), fondatore della scuola buddhista giapponese Shingon
(真言), aveva indicato nel titolo del Sutra del Loto un vero e proprio mantra 眞言 giapp. shingon considerandola  la parte centrale di tutta l’opera.

Secondo la tradizione buddhista cino-giapponese il titolo del sutra riassume, sintetizza e rende presente il senso profondo dell’insegnamento in essa contenuto:

Namu 南無 cinese: nánwú, ma pronunciato nei monasteri con l’arcaico nanmu, derivante dal sanscrito namaḥ, indica la devozione, il rendere onore.


Ha il significato di apertura e accettazione della legge dell’universo, armonizzandovi la propria vita e traendone forza e saggezza per superare le difficoltà.


Myō significa “meraviglioso”

Dharma, sia nel senso di “Legge”  妙法 cinese: miàofǎ


Myoho corrisponde a Saddharma e si può tradurre “Legge mistica o meravigliosa”


Nichiren Daishonin (1222-1282), il fondatore del Buddismo praticato dai membri della Soka Gakkai, sostiene che
” È semplicemente la misteriosa natura della nostra vita di istante in istante, che la mente non riesce a comprendere e le parole non possono esprimere”


Renge
蓮華
pronuncia cinese: ‘liánhuā’ indica il fiore di loto, che simboleggia il risveglio e lo stato di illuminazione che emerge dalle difficoltà della vita quotidiana e la contemporaneità di causa ed effetto.


Kyo cinese: jing, sutra, testo canonico indica l’insegnamento del sutra e la scrittura o il suono attraverso cui si esprime; il carattere cinese che lo rappresenta aveva in origine il significato di “trama” (contrapposta a “ordito”, wei, con cui si intendono i testi eterodossi).


I sette caratteri del daimoku vengono riportati anche nel centro del mandala, o Gohonzon, che, secondo alcune scuole del Buddhismo Nichiren, rappresenta la vita di colui che recita, come una sorta di specchio; l’unico mezzo attraverso il quale il praticante può raggiungere i propri obiettivi, è la propria azione, compiuta con la consapevolezza della legge di causa ed effetto.

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南無妙法蓮華経

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